Viviamo dell’illusione che la nostra vita si svolga lungo le vie illuminate della nostra esistenza. Ma siamo fatti di luce e di ombra. Più e più volte, tuttavia, siamo i protagonisti di azioni e comportamenti che non riconosciamo, che rifiutiamo, perfino che detestiamo e odiamo. Li osserviamo negli altri e nei loro confronti esprimiamo il risentimento che, in fondo, proviamo inconsciamente verso noi stessi. Tutto ciò da cui rifuggiamo minaccia l’immagine che abbiamo di noi stessi: è per questo che finisce per essere rimosso e imprigionato nelle stanze buie e impervie della nostra personalità. Questo non vuol dire che tali contenuti mentali siano stati pacificati. Anzi: sono ancora lì e aspettano il momento giusto per venire allo scoperto.
Come si forma l’Ombra
In questo meccanismo di proiezione, scrive Robert Bly ne “Il piccolo libro dell’Ombra“, vediamo la nostra ombra riflessa al di fuori della nostra psiche. Vuol dire che l’Ombra reclama il suo spazio e che è arrivato il momento di riconoscerla, ammetterla, assorbirla e integrarla. Siamo sempre noi gli attori principali, eppure è come se non ci appartenessero.
Più brillante, dunque, è la luce, più scura è l’ombra. Significa, secondo Bly, scrittore di ispirazione dichiaratamente junghiana, che in ognuno di noi c’è un aspetto della personalità che non conosciamo. Insegnanti e genitori ci spingono a sviluppare il lato illuminato della nostra vita. In questo modo, la zona in ombra, la parte oscura della personalità che non viene nutrita, diventa sempre più affamata.
La nostra cultura, in fondo, ci insegna fin da piccoli a separare l’oscurità della luce. Alcuni si innamorano del lato illuminato della personalità, mentre altri si innamorano del lato oscuro. Così,
- nella zona illuminata, quella che possiamo ricondurre al predominio dell’emisfero sinistro, logico e razionale, si posizionano quelli che vivono di azione, successo e potere,
- mentre dalla parte opposta, si collocano gli artisti, i letterati, i poeti e i musicisti, più in sintonia con le influenze dell’emisfero destro, creativo, intuitivo e irrazionale.
Ombra e inconscio collettivo
Mentre il mondo stesso incoraggia la divisione della mente e la sua polarizzazione verso le vie soleggiate, sempre più persone decidono di separarsi dall’oscurità. Spesso è una scelta legata alla cultura occidentale e alla religione (come accade per cattolicesimo e protestantesimo) che associa, influenzando l’inconscio collettivo, il buio e l’ombra alle tenebre eterne.
È così che la decisione privata di separare i due lati della vita interiore e combattere quello in ombra mette il conscio contro l’inconscio. Questa inimicizia si propaga per il mondo creando delle gigantesche Ombre collettive che influenzano le decisioni politiche ed economiche.
Il corvo sulla spalla
Finché dividiamo così nettamente le posizioni e creiamo categorie (buoni e cattivi, maschile e femminile, luce e buio), scrive Robert Bly nel “Piccolo libro dell’Ombra”, il corvo non arriva. Le polarità combaciano, come Yin e Yang, solo quando il corvo fa capolino e il buio si congiunge alla luce. È in quel momento che arriva la consapevolezza. Gli effetti sugli altri di questo “assorbimento” sono straordinari.
Prendiamo, ad esempio, quello che accade a scuola e che riguarda gli insegnanti.
Ancora oggi troppo pochi insegnanti si rivolgono a pratiche formative per il benessere e per riprendere contatto con se stessi. I risultati sono che
- essi stanno male,
- non riescono a far valere l’autorevolezza in classe e
- gli studenti apprendono poco.
La ragione risiede nel fatto che l’incontro può essere doloroso e può aprire strade sconosciute, che sfuggono al controllo preventivo a cui è incline chi vive nella zona illuminata del mondo. Ma la persona che ha lavorato con l’Ombra e che è riuscita a integrarla appare più condensata. Gli studenti lo avvertono che l’insegnante ha con sé il suo corvo e questo gli assegna l’autorevolezza che diventa la disciplina che a parole tutti reclamano, senza tuttavia riuscire a ottenerla.
L’inspessimento della psiche
L’incontro e l’assorbimento dell’Ombra dà luogo, viceversa, a un inspessimento della psiche che diventa immediatamente evidente nel senso di autorità che trasmette semplicemente “essendo” e comunicando con uno sguardo non meno che a parole.
Esistono molti modi per assorbire l’ombra, ovvero per recuperare la proiezione e accorciare la lunghezza del sacco. Il modo privilegiato è quello di usare con coscienza il linguaggio, “il modo più fruttuoso che abbiamo di recuperare la sostanza Ombra sparpagliata per il mondo. Allora, se rivogliamo la nostra strega, scriviamo su di lei, anziché viverla passivamente in un’altra persona” (Cit. Robert Bly).
E se il linguaggio, la scrittura non sono per noi il modo più adatto per integrare l’Ombra, ci sono
- la pittura,
- la scultura,
- la musica,
- il teatro.
Ognuno ha, in altre parole, un modo privilegiato di integrare la propria Ombra, purché
- presto o tardi lo faccia e
- non abbia la presunzione di risolvere il dialogo con essa senza mediatori terzi (come un terapeuta, in casi estremi, o la creatività, più comunemente).
Ecco lo spazio in cui si colloca il Metodo Autobiografico Creativo che, per lo sviluppo dell’intelligenza emotiva della persona, prevede il raggiungimento di un buon dialogo interiore.
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