Si chiama competenza agita e mette insieme i diversi livelli del sapere. La necessità di Sapere, Saper Essere e Saper Fare, infatti, oggi è richiesta in lungo e in largo, dai concorsi pubblici (nella scuola, nelle forze armate, nelle amministrazioni pubbliche) alla vita politica (dove la ricerca dell’etica comportamentale è, o dovrebbe essere, importante almeno quanto la conoscenza delle ideologie di partito), dalla selezione del personale nelle aziende (a maggior ragione se la ricerca riguarda Quadri e Dirigenti) allo sport (settore in cui il management delle società, ad esempio, calcistiche pongono molta attenzione all’aderenza ad uno stile che vado oltre le capacità tecniche degli atleti). Gli esempi si sprecano. Ma quello che appare evidente è che la nuova cultura della formazione di professionisti, imprenditori e manager, sia il risultato di un processo evolutivo che impone nuove regole di adattamento ai tempi in cui le sole conoscenze non bastano e non soddisfano più. Un rapido excursus storico ci aiuterà nella spiegazione.
Con la post-modernità (siamo nel quarantennio che va dal dopoguerra agli anni ‘90), infatti, la società che era stata industriale nell’Ottocento cambia profondamente e diviene una società basata sui servizi, sulle politiche per l’ambiente, sulle nuove tecnologie. Arriva il consumismo e, con esso, il marketing e la pubblicità. Siamo in piena globalizzazione, epoca che quasi sconfessa lo sforzo compiuto dagli Stati Nazionali per circoscrivere gli spazi identitari della propria cultura in favore di quella che Baumann, sociologo contemporaneo, definisce la società liquida, per evidenziarne la caratteristica di essere senza confini netti, interculturale. Soprattutto, la nuova società è sempre meno attenta al rigore dei processi culturali, tipico della società romantiche, quasi “de-intellettualizzata” per via della crescente attenzione alla leisure, al piacere, all’intrattenimento.
Così, accanto all’educational (il sistema educativo tradizionale), nasce l’entertainment (divertimento, intrattenimento) e, dalla fusione dei due termini, l’edutainment, neologismo coniato da Bob Heyman mentre produceva reportage per il National Geographic che si potrebbe tradurre con divertimento, intrattenimento (o piacere) educativo. Il termine edutainment viene largamente usato e ripreso anche da Zigmund Baumann il quale, nella postmoderna società liquida e consumistica in cui i confini tra gli estremi si fanno sempre più labili (sempre più volte, ad esempio, il sacro si confonde con profano e così via) e i bisogni materiali si rinnovano ad una elevatissima velocità (la stessa a cui si consumano e si mettono da parte i beni), sostiene quanto anche la cultura e le conoscenze siano soggette a rapido invecchiamento. E quanto necessitino di un rapido aggiornamento. La Scuola e l’Università, in quanto istituzioni di stampo tradizionale, non sono in grado di tenere il passo del mutamento sociale e non sono più la garanzia di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. La nuova società richiede conoscenze, competenze e abilità (che vanno al di là dei titoli di studio) transdisciplinari, multidisciplinari, duttili, veloci da acquisire, in formazione continua, aggiornabili facilmente e che rispettino possibilmente il concetto di leisure e di edutainment. Ecco perché viene recuperato il concetto di Life Long Lerning come strumento per garantire questo ideale percorso di aggiornamento lungo tutta la vita con l’ausilio delle nuove tecnologie. Peraltro, non è un caso che oggi il termine edutainment sia usato anche per riferirsi proprio a quel settore dell’e-learning che cerca di trasmettere i concetti chiave in maniera divertente e piacevole.
Gli effetti di questo processo storico producono la Raccomandazione UE 23 Aprile 2008 che, di fatto, istituisce, nella nuova visione di un mercato unico europeo, il sistema EQF (European Qualification Framework), una griglia di referenziazione comune a tutti gli Stati membri che funga da dispositivo di traduzione tra i diversi sistemi delle qualifiche e i rispettivi livelli, sia per l’istruzione generale e superiore sia per l’istruzione e la formazione professionale. Tale Raccomandazione impegna gli Stati membri ad usare il sistema EQF come strumento di riferimento per confrontare i livelli delle qualificazioni dei diversi sistemi nazionali dal 1° gennaio 2014, data a partire dalla quale tutte le certificazioni delle qualificazioni rilasciate anche in Italia dovranno riportare un chiaro riferimento al corrispondente livello del Quadro Europeo delle Qualificazioni per l’apprendimento permanente.
Le disposizioni del Parlamento Europeo, recepite con l’Accordo Stato-Regioni del 20 Dicembre 2012 e applicabili a tutte le professioni, nessuna esclusa, generano nel nostro Paese la Legge 4/2013 che dà ufficialmente il via al nuovo corso storico dei processi di certificazione delle competenze per tutte quelle professioni mai regolamentate primo di allora.
Tra queste, accanto a decine di nuove categorie, anche le Arti Terapie, l’ambito a me più vicino, che mi serviranno da esempio per ricollegarmi al punto di partenza.
Artedo, d’altro canto, si fonda sull’idea della creazione di un’Impresa Etica nella formazione delle nuove professioni. E, anticipando e leggendo correttamente i tempi (le richieste competenze multidisciplinari e transdisciplinari, l’introduzione delle moderne tecnologie, i concetti di edutainment e di leisure, ovvero dell’apprendimento declinato con la piacevolezza dell’esperienza artistica, nel caso specifico), vi ha plasmato intorno un modo innovativo d’intendere la formazione in Arti Terapie. Poche cose più delle arti (il teatro, la danza, la musica), infatti, possono assicurare quella ricerca della leisure da associare all’apprendimento.
Progetto di formazione/aggiornamento per insegnanti attraverso l’attivazione di laboratori di creatività e di Arti Terapie
Finalità
Progetto di formazione/aggiornamento per insegnanti attraverso l’attivazione di laboratori di creatività e di Arti terapie.
Il presente progetto è pensato per un gruppo di insegnanti con la finalità di promuovere
un percorso di formazione alla relazione attraverso i linguaggi della creatività. Ovvero, promuovere, attraverso il suono, il tratto grafico ed il movimento, un rinforzo delle capacità espressive e relazionali, affinché l’esperienza del personale vivere su di sé nuove dimensioni emotive possa al meglio valorizzare la relazione docente-discente, elemento chiave di qualunque processo di apprendimento, rafforzare l’importanza del lavoro in equipe nella scuola e potenziare i tradizionali strumenti d’insegnamento.
Obiettivi
Alla luce di quanto esposto nel paragrafo precedente, gli obiettivi del progetto possono
essere così riassunti:
- Sviluppare e potenziare le capacità espressive e relazionali;
- Stimolare la riflessione sulle dinamiche di gruppo;
- Promuovere la dimensione emotiva dell’apprendimento;
- Sviluppare le capacità di utilizzare al meglio le risorse individuali e collettive;
- Stimolare la riflessione sulle proprie modalità di entrare in relazione;
- Promuovere il benessere individuale e collettivo;
- Contribuire alla creazione di un clima relazionale positivo all’interno del gruppo
classe e nel gruppo dei colleghi.
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