Stephen M. R. Covey nel suo libro “The speed of trust”, tradotto in italiano in “La velocità della fiducia”, afferma che la fiducia nelle relazioni si basa su un dato di fatto incontrovertibile. Che si tratti di una relazione personale o professionale, quello che facciamo ha un impatto sempre maggiore rispetto a qualsiasi cosa diciamo. La fiducia si stabilisce (o si distrugge) attraverso i comportamenti. Secondo Covey sono 13 i comportamenti che alimentano la fiducia relazionale. I primi cinque derivano dal carattere, i secondi cinque dalla competenza, gli ultimi tre richiedono, più degli altri, la collaborazione di carattere e competenza. Il sesto di questi comportamenti, nonché il primo che riguarda la competenza, consiste nel portare risultati.
Portare risultati
I risultati assegnano credibilità e fiducia all’istante. Sono, cioè, d’impatto immediato. Sono i risultati i «dati di fatto» che dimostrano il valore aggiunto e la capacità di portare a termine i compiti.
Secondo Covey, con questo principio (dimostrare risultati), ci spostiamo dai comportamenti basati sul carattere a quelli basati sulle competenze. L’opposto di questo comportamento è esprimere scarsi livelli di performance o non produrre nulla. A metà strada si colloca la «finzione della produzione di risultati». Chi adotta questo stile, sbandiera attività, non risultati. Per questo, è bene diffidare sempre di chi promette molto ma poi realizza poco: il mondo è pieno di venditori di fumo.
Fornire risultati, peraltro, è anche il modo migliore per convincere gli scettici e per instaurare in tempi brevi nuove relazioni. I risultati hanno la funzione di proiettare le capacità di chi li ottiene nel presente e nel futuro. Guai, tuttavia, a deludere le aspettative o a non mantenere le promesse: la fiducia, occorre ricordarlo, è sempre a termine.
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