Un percorso di Teatroterapia è differente da un percorso di Teatro, a scuola e in qualunque altro contesto. Sia esso didattico, aziendale o socio-educativo. Occorrono conoscenze, competenze ed esperienza. Senza queste tre componenti, l’attività potrebbe rivelarsi un grave e rischioso azzardo. Le parole sono di Rosario Diviggiano, Teatroterapeuta di Artedo, che spiega in che modo questa affascinante disciplina possa diventare un potente strumento per lavorare sul riconoscimento e sulla valorizzazione delle emozioni. Vi lascio alle sue parole che ospito volentieri sul mio sito.
Il teatro
Tutti dovrebbero fare teatro almeno una volta nella vita. Il teatro infatti, come strumento educativo, conserva già nella sua essenza aspetti educativi e relazionali che fanno crescere le persone. Ma questi stessi aspetti, se non opportunamente veicolati e guidati in un percorso strutturato o se applicati senza una logica evolutiva, possono avere effetti esattamente opposti.
Per avere effetti benefici sui partecipanti è necessario alzare il livello di attenzione dedicata al gruppo e alle sue dinamiche, partendo dal corpo e dalla sua relazione. Prima nello spazio e poi con gli altri, permettendo di acquisire maggiori consapevolezze e andando a creare in maniera creativa ed innovativa le relazioni.
Nella scuola, oggi, sono sempre più diffusi i laboratori teatrali ed incontri. Spesso, però, si riducono ad una funzione estemporanea e ridotta. Il tempo dedicato è poco. La costanza di un intervento del genere, al contrario, acquista senso solo se viene fatto con costanza e lungimiranza progettuale. Perché pochi sono gli obiettivi possibili in percorsi brevi e improvvisati, obiettivi che spesso si riducono a far vivere un’esperienza divertente e piacevole agli studenti.
[embed]https://www.youtube.com/watch?v=iNkku-6P9aI&t=49s[/embed]La teatroterapia
Dal mio punto di vista, il Teatro può donare grandi soddisfazioni e può aiutare il gruppo ad apprendere nuove competenze ed abilità, non solo sulla consapevolezza corporea ma, con il giusto approccio e seguendo una gradualità mirata, anche nuove consapevolezze che interessano le emozioni. E qui mi aggancio in maniera diretta al ruolo che la Teatroterapia può avere nell’ apprendimento dell’Intelligenza Emotiva.
Il lavoro sulle emozioni deve essere introdotto quando già il gruppo ha fiducia del conduttore e degli altri membri, fattore impossibile da raggiungere in pochi incontri. Serve tempo per raggiungere quelli che a volte noi reputiamo come piccoli obiettivi, ma che fanno parte dell’inizio del cambiamento e della trasformazione personale, fine ultimo di un percorso teatroterapeutico.
Proporre attività sulle emozioni in un gruppo appena conosciuto (o all’ inizio di un percorso) può rivelarsi insidioso. A maggior ragione se a condurre tali attività sono faciliatori che non hanno idea di come le emozioni possano travolgere e toccare nel profondo la persona.
[jpshare]Il metodo Artedo
Le attività di Teatroterapia (e, in questo caso, il Metodo Artedo con il quale mi sono formato) non prediligono il tecnicismo estetico o la realizzazione di un’opera teatrale ma si concentra
- sul benessere,
- sulla potenza del gruppo e
- sull’attenzione al singolo partecipante
che ha l’opportunità di vivere un’esperienza di cambiamento attraverso le tecniche e le metodologie delle attività.
La teatroterapia è, dunque, un’esperienza e un’opportunità di cambiamento, che parte dal corpo della persona e che ha ripercussioni positive nella sua interazione con gli altri (prima di tutti con se stessi). Rende, perciò, possibile apprendere e accrescere l'Intelligenza Emotiva.
Acquisire tale competenza faciliterà, poi, nuovi e altri apprendimenti.
Emozioni in scena
Il primo aspetto che la teatroterapia permette di sviluppare è la conoscenza delle emozioni, ovvero, la presa di coscienza delle emozioni che riguarda due aspetti diversi, il corpo e i pensieri di una persona. Risulta, così, fondamentale
- nominarle;
- esprimerle,
- metterle ordine.
- Far sapere ai partecipanti che ogni emozione ha un nome e che a ciascuna di esse corrisponde una reazione, in se stessi e negli altri.
Il gioco teatrale
Giochi teatrali e drammatizzazioni aiutano l’apprendimento di questa abilità, sia ad esempio nell’interpretare personalmente con il corpo un’emozione ma anche vederla negli altri, associando l'azione all'osservazione. La capacità di
- riconoscere le emozioni esperite e, successivamente,
- distinguerle da altre ne permette la gestione.
Di pari passo alla conoscenza, pertanto, si può approda, così, al controllo delle emozioni; una volta imparato a discriminarle, la teatroterapia aiuta a controllarle.
Molti sono i benefici che le queste attività hanno sui partecipanti. Ad esempio, studenti, ragazzi o adulti che hanno umore depresso (o tendente alla depressione che, tra gli adolescenti, inizia ad essere molto diffusa) trovano giovamento nel Teatro e nell’arte, come afferma lo stesso Daniel Goleman.
I benefici si riverberano anche nella qualità della relazione con l’altro che apre nuovi spiragli e che rivoluzionano la visione che abbiamo di noi stessi e del mondo circostante.
Autocontrollo e motivazione
Il teatro stesso richiede autocontrollo al quale si approda attraverso un percorso, una palestra emozionale che permetta di
- conoscere meglio se stessi e
- auto-valutare i propri pregi e difetti, riconoscendo la diversità come unicità, come ricchezza all’ interno di un lavoro di squadra.
Motivarsi è un altro aspetto che passa dall’ apprendimento dell’Intelligenza Emotiva. La dimensione della motivazione ha a che fare con l’insicurezza, una condizione che è molto frequente e che comporta pesanti conseguenze
- nella difficoltà a creare relazioni,
- nel confrontarsi nel gruppo dei pari e
- che genera frequenti problemi di rendimento scolastico.
Con la teatroterapia, viceversa, ognuno esprime pienamente la libertà di essere unico, senza
- condizionamenti,
- critiche,
- logiche del profitto e
- ricerca assoluta dell’estetica.
- parte dalla scoperta di risorse interiori a fare piccole cose e
- che, in una seconda fase, diventa un impulso a raggiungere gli obiettivi.
Le emozioni degli altri
Il riconoscimento delle emozioni altrui è un altro aspetto che la teatroterapia aiuta a sviluppare: se non riusciamo a capire come ci sentiamo, non potremo mai decifrare le emozioni degli altri e probabilmente, per questo, la relazione con l’altro risulterà alterata per un difetto di comunicazione, di “incapacità emozionale”. Si scopre così l’empatia, una dote innata per l'essere vivente che, però, si affievolisce con il passare degli anni, se non adeguatamente stimolata.
Poiché, dunque, gestione delle relazioni implica l’apprendimento di informazioni su di sé e sugli altri, autocontrollo ed empatia diventano passaggi cruciali della crescita personale.
Ecco dove agisce lo strumento artistico, il teatro, che la teatroterapia utilizza per produrre contatti. Il teatro, infatti, permette la messa in scena di situazioni non ordinarie per la persona o fin troppo note, senza, tuttavia, che su di essere vi sia stata investita sufficiente attenzione.
Così, sperimentare in maniera ludica e creativa come il proprio comportamento possa influenzare quello degli altri, nascono abilità neurali impensate: imparare a stare al mondo, ad aver rispetto delle persone e dell’ambiente che ci circonda.
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