Un quesito di grande rilevanza sugli studi intorno alle funzioni delle emozioni è quello che riguarda le espressioni facciali relative agli stati emotivi. In particolare, la domanda è se tali espressioni siano universali e valide per tutti gli esseri umani, indipendentemente da sesso, razza, scolarizzazione e cultura di appartenenza, oppure se esse siano influenzate da fattori socioculturali e valgano in maniera diversa per differenti gruppi di individui. Un altro interrogativo riguarda lo sviluppo delle espressioni facciali legate alle emozioni: le espressioni sono innate o sono prevalentemente suscettibili di apprendimento e modificabili in relazione a modelli comportamentali acquisiti? Il terzo aspetto della ricerca mira a determinare il livello fino al quale l’espressione facciale possa essere controllabile (o simulabile) e a rintracciare eventuali differenze tra emozioni reali ed emozioni interpretate. Continua a leggere
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Intelligenza emotiva: istruzioni per l’uso
Intelligenza emotiva è definita la capacità di collegare opportunamente le emozioni ai processi di pensiero, affinché le scelte adottate, in situazioni di stress, siano le più intelligenti possibili. E, di conseguenza, le migliori adottabili.
L’intelligenza emotiva può essere spiegata con una semplice formula: “Se mi trovo davanti ad una scelta, valutando opportunamente la ricaduta delle sue conseguenze sulla mia sfera emotiva (e anche su quella altrui), potrò decidere se sia o meno la decisione più giusta da assumere.”
Continua a leggereIl linguaggio che usiamo spiega la nostra visione del mondo
Il cervello umano è lo stesso degli uomini di ottomila anni fa. Lo afferma Paolo Legrenzi, Docente di Psicologia dell’Università di Padova, nel suo libro La mente. Quello che è cambiato è il concetto più immateriale di mente, a dimostrazione della non coincidenza delle due dimensioni. E', peraltro, il contributo della neurolinguistica la quale, per definire il linguaggio quale atto comunicativo, ignora le dispute tra le diverse filosofie della mente, secondo cui mente e cervello sono due entità separate, coincidenti o che si influenzano reciprocamente. Certo è che, se il cervello è rimasto lo stesso, la mente è profondamente diversa. Lo è rispetto al tempo e alle diverse aree geografiche, dimensioni in relazione alle quali il linguaggio, come espressione dei suoi contenuti, ha dato vita a culture diverse. Continua a leggere
Il trionfo della mimica facciale: il caso Donald Trump
Trump, il ricco arrogante; Hillary, la secchiona. Non è che l'America abbia offerto un grande spettacolo nelle più volgari e discusse elezioni presidenziali di tutti i tempi. Ma doveva comunque scegliere il nuovo inquilino della Casa Bianca. E, alla fine, ha vinto lui. Lui che parla ai sostenitori ed è l'esatto contrario di lei. Lei che è la bacchettona della politica. Gli elettori si sono lasciati sedurre dalle poliedriche espressioni facciali di Donald che hanno convinto di più delle pose statuarie della Clinton. Continua a leggere
La differenza tra ascoltare e saper ascoltare
Non è passato molto tempo e lo ricordo ancora. Un paio di anni fa, Alberto, un mio caro amico sulla sessantina, mi chiama e mi chiede di parlarmi con una certa urgenza. Mi raggiunge dieci minuti dopo a Carmiano, in quello che era il mio ufficio prima del trasferimento a Lecce, e mi racconta la sua storia. "Ho bisogno di un consiglio" mi dice. "Ho fatto una cazzata. Mia moglie ha intercettato un sms, per così dire, un po' troppo affettuoso di una mia amica. Un casino. Mi ha cacciato di casa. Da due giorni sono tornato da mia madre. Alla mia età. E i miei figli non mi parlano."Continua a leggere
Comunicare con il corpo: quando un silenzio vale più di mille parole
Serve davvero parlare, quando un silenzio può raccontare, di più e meglio di mille parole, chi siamo, quello che desideriamo, quello che pensiamo? Il corpo parla sotto forma di segnali di ogni tipo, spesso (talvolta, purtroppo!) al di là di ogni nostra intenzione. Perché si tinge del colore e prende le forme delle nostre emozioni. Le emozioni che non mentono mai, contrariamente a quello che sappiamo fare con le parole. I greci parlavano di a-leteia (ciò che non è più nascosto) per dire verità. Quella verità che è dentro di noi, nascosta nel profondo delle stanze buie dell'inconscio, che all'improvviso, qualcosa fa riemergere. Ed ecco che uno sguardo, un rossore in viso, un gesto inconsulto ci tradisce e parla di noi.Continua a leggere
Perché parlare non è sinonimo di comunicare?
Siamo fatti di comunicazione. E in tutto questo, verrebbe da dire, come si usa oggi, "le chiacchiere stanno a zero". Sono le relazioni che fondano il principio della socialità di cui abbiamo bisogno per evoluzione. E le relazioni si basano sulla comunicazione. Se vuoi approfondire l'argomento, ti consiglio questo mio articolo su relazioni e comunicazione. Ma come facevamo a comunicare prima della comparsa del linguaggio? Eppure, ci siamo comunque sviluppati grazie alle interazioni con gli altri. Solo che oggi i più dimenticano che il linguaggio verbale è un rinforzo di quello non verbale, che risponde a bisogni evolutivi più complessi e specifici, attribuendo alle due modalità ruoli inversi.
Parlare in pubblico: i segreti dei bravi relatori
Nella mia esperienza di formatore mi sono spesso imbattuto in persone con grandi competenze nel loro settore che, tuttavia, non riuscivano a trasmettere il proprio messaggio in modo efficace. Per diversi motivi. Mi sono a lungo interrogato su quali siano le caratteristiche del buon comunicatore. La domanda è: che cosa deve saper fare, saper trasmettere, un oratore, o un qualsiasi altro individuo, per lasciare un segno indelebile sulle persone a cui sta parlando? Oggi che tengo conferenze in maniera sistematica e costante, tanto in aula che sul web, ho la mia risposta a questa domanda e voglio condividerla con voi.
Che cosa sarebbe la nostra vita senza emozioni?
La domanda è di Robert Soussignan, psicologo contemporaneo del French National Centre for Scientific Research di Parigi. Nel suo lavoro Emozioni, afferma che "le emozioni colorano la nostra esperienza quotidiana e accompagnano gli eventi importanti”. Praticamente la nostra vita è essa tutta un’emozione, un susseguirsi di gioie, dolori, piaceri, disgusti, collere, sorprese. Perciò, analizzando e razionalizzando la nostra vita, dobbiamo arrenderci all'evidenza che ogni nostro vissuto si accompagna a delle emozioni e che esse, a loro volta, sono accompagnate da manifestazioni corporee (aumento del ritmo cardiaco, espressioni del volto o del corpo) e comportamentali (avvicinamento, fuga, lotta) che ci permettono di adattarci alle circostanze. Continua a leggere