Ecco le tre Forze che governano l'Universo: il Buio, la Luce e l'Amore. Una storia che Michele Bonfitto, Musicoterapeuta in formazione in Artedo, ha scritto, nel corso di un mio laboratorio sul Metodo Autobiografico Creativo per lo Storytelling, per comunicare un proprio punto di vista sulle cose del mondo. Un racconto che mi ha colpito molto perché ospita il gioco delle metafore, tipico di una fiaba, e lo finalizza ad un messaggio d'insegnamento in cui è facile rispecchiarsi. Una perfetta applicazione del mio metodo, dunque. Credo che Michele voglia dirci che dovremmo imparare ad ammettere luci e ombre della vita e dell'amore. Continua a leggere
Tag: Fiabe
Apprendimento e autonomia di pensiero: tornare ai riassunti e studiare i classici
La frase in copertina è del filosofo Dario Antiseri, intervistato da "Il Giornale" l'11 Luglio 2019, in coda all'articolo sull'allarme ignoranza nella scuola italiana. I ragazzi apprendono poco e male e, al termine del ciclo scolastico obbligatorio, la metà di loro presenta evidenti problemi di comprensione dei testi e, di conseguenza, fatica a sviluppare pensiero critico. Poco apprendimento, nessuna autonomia di pensiero. La mancanza di preparazione a scuola, così, diventa, un'impreparazione alla vita. Ecco, dunque, spiegati gli adulti creduloni, facilmente irretiti dalla tv, e sprovveduti davanti agli inganni. "Chi non è padrone di se stesso è facilmente occupabile", scriveva il Beato Antonio Rosmini. Oggi paghiamo il prezzo di queste parole che hanno circa duecento anni di storia. Continua a leggere
Il ruolo della Teatroterapia nell’apprendimento dell’Intelligenza Emotiva a scuola
Un percorso di Teatroterapia è differente da un percorso di Teatro, a scuola e in qualunque altro contesto. Sia esso didattico, aziendale o socio-educativo. Occorrono conoscenze, competenze ed esperienza. Senza queste tre componenti, l’attività potrebbe rivelarsi un grave e rischioso azzardo. Le parole sono di Rosario Diviggiano, Teatroterapeuta di Artedo, che spiega in che modo questa affascinante disciplina possa diventare un potente strumento per lavorare sul riconoscimento e sulla valorizzazione delle emozioni. Vi lascio alle sue parole che ospito volentieri sul mio sito.Continua a leggere
Scuola: educare alle emozioni per arrestare la messicanizzazione
La curva dell’apprendimento nella scuola italiana è drammaticamente precipitata negli ultimi decenni. Oggi, aggirandosi tra i corridoi e nelle aule di scuole e università, sembra che insegnanti e studenti non abbiano più nulla d’interessante da raccontarsi. Persone stanche, rassegnate e demotivate soprattutto tra gli insegnanti, che negli anni ’80 sedevano dietro a quegli stessi banchi. Inizia, infatti, con l’indagine del 1976 dell’illustre linguista Tullio De Mauro (nella foto) la ricerca sull’apprendimento e la conoscenza della lingua italiana nella nostra scuola. Su 427.000 vocaboli, di cui 47.000 di lessico comune e 6.500 parole d’uso comune, i ragazzi ne conoscevano appena 1500. La stessa ricerca, ripetuta a metà degli anni ’90, attesta il declino che oggi commentiamo come una sorprendente novità: il numero dei vocaboli conosciuti era sceso a 600. A distanza di soli vent'anni quasi 900 parole svanite nel nulla.Continua a leggere
Allarme ignoranza: è una scuola da incubo, altro che ascensore sociale!
I dati pubblicati dal quotidiano “Il Giornale”dell’11 Luglio 2019, aggiornati ai risultati delle prove Invalsi dell’anno corrente, non lasciano spazio a interpretazioni: la scuola italiana non riesce a recuperare gli studenti in difficoltà. Uno studente su tre non comprende un testo. Al sud è anche peggio: in regioni come la Calabria, la percentuale cresce fino al 50%. La preparazione alla fine della scuola media è pari a quella della scuola elementare. È ufficiale, dunque: l’Italia è in emergenza educativa. Ma non lo scopriamo certo oggi. Semmai, oggi abbiamo la conferma dell’avveramento di una profezia annunciata alcuni decenni fa da Tullio De Mauro. E mai ascoltata. Vediamo.Continua a leggere
Vedere oltre: l’importanza dello sguardo nella relazione educativa
Vedere oltre. Lo sguardo. La vista. Un argomento fondamentale che accompagna chi sceglie di fare dell’intelligenza emotiva la propria professione. Il contatto visivo e la comunicazione non verbale in genere sono segni importanti in uno spazio strutturato di relazione, elementi fondamentali che inviano messaggi densi di significati nel “qui e ora” del contesto. Ma non vale solo per le aule scolastiche, i diversi ambienti educativi e i setting d'aiuto: tutti i giorni e in ogni contesto, occorre affinare la capacità con cui vedere al di là di quello che la vista può osservare. Per questo a molti sfuggono informazioni fondamentali. Per farlo, tuttavia, non basta allenare la vista come organo di senso: occorrono gli occhi del cuore, delle emozioni, dello spirito.Continua a leggere
Il decalogo dell’educatore come operatore della relazione d’aiuto
Ci sono regole che non serve che siano scritte. Basta osservare persone sincere ed efficaci nella relazione con gli altri per rendersi conto che esse possiedono un dono. E che quel dono è più di una competenza: difficile, dunque, considerarlo al primo o all'ultimo posto di un'ideale classifica di virtù, perché spesso è la sintesi di molte altre qualità sottintese, che precedono (nel senso che possiamo immaginarle) e che seguono (nel senso che possiamo aspettarci da esse che agiscano in coerenza con quelle virtù). Non sappiamo perché i comportamenti di queste persone eccellenti ci colpiscano: sappiamo solo che ciò che fanno è la sintesi di un modo di essere che si viene strutturando con la formazione personale, la conoscenza e la consapevolezza. Provo, allora, a riassumere le qualità intrinseche che tutti notiamo e apprezziamo in educatori, insegnanti e operatori della relazione d'aiuto che consideriamo eccellenti.Continua a leggere
Gioco di luci e ombre a scuola per stimolare la creatività
"Tutta la varietà, tutta la delizia, tutta la bellezza della vita è composta d'ombra e di luce" (Anna Karenina - Leo Tolstoy). Luci e Ombre esercitano un fascino straordinario sui bambini. Dalla creazione dell’arcobaleno con riflessi di luce, alla presa di coscienza della propria ombra, il bambino incomincia ad interrogarsi e indagare su questi fenomeni. La luce è polisensoriale, flessibile, suggestiva, artificiale e naturale. Ed evoca emozioni, crea e provoca distorsioni, trasforma, esalta gli oggetti. Ancora un contributo di Serena Baretti, Arteterapeuta di Artedo, che si affida a me per la pubblicazione del diario di bordo delle sue attività professionali, tratto dalla sua esperienza nella scuola d'infanzia di Nizza.Continua a leggere
Storytelling in classe: racconti di emozioni, tra gioco e verità
Come si crea uno storytelling in classe? Lo spiega benissimo Serena Baretti, Arteterapeuta di Artedo (sua la testimonianza che ho adattato e che segue nell'articolo), che ha realizzato questo lavoro nella scuola d'infanzia di Nizza. Basta ritagliare forme su cartoncini scuri per creare personaggi, oggetti e ambientazioni per inventare, insieme ai bambini, delle storie. Si parte da un elemento. Gli altri si aggiungono man mano. Sono gli stessi bambini che scelgono chi o che cosa creare. Le forme vengono incollate con lo scotch sulle cannucce colorate. Poi, serve un lenzuolo (o un grande foglio) e un poco di luce. Ecco pronta la scenografia per il gioco di storytelling che stimola la creatività, il linguaggio e l'apprendimento.Continua a leggere