Obiettivo: far vivere al bambino esperienze proto-mentali, indispensabili per il suo sano sviluppo psichico, grazie ai linguaggi della creatività e dell’arte. Musica, narrazione, pittura, manipolazione e arti terapie rappresentano, infatti, un grande sostegno agli strumenti educativi tradizionali che, insieme ad essi, creano le basi per un corretto sviluppo cognitivo, emotivo, motorio e sensoriale nelle diverse fasi evolutive. Il lavoro, condotto nel Nido Comunale di Nizza Monferrato Colania, è di Serena Baretti, Arteterapeuta in formazione nella Scuola Artedo di Imperia, che ospito sempre volentieri sul mio sito.
Il modello
Il modello che Serena utilizza nei suoi laboratori di creatività e arteterapia di riferimento è quello psicofisiologico integrato, che interpreta l’interconnessione tra mente e corpo come processo circolare, continuo e dinamico, nel quale il modo di essere al mondo si costruisce, si rappresenta e si esprime attraverso l’immaginazione, la postura e il gesto.
Il gesto, in particolare quello artistico-manipolatorio, può essere, dunque, ritenuto come uno dei primi processi psichici dell’individuo che accompagna la sua crescita e lo guida nel giusto rapportarsi con gli altri. Accettando in modo sano, infatti, di essere diversi e unici, diventa più facile accogliere anche le altrui diversità e unicità con meraviglia e curiosità esplorativa.
Ecco, dunque, gli obiettivi di questo percorso artiterapico con bambini di età tra tre e cinque anni:
- aiutare lo sviluppo della percezione visiva, discriminando gli stimoli tra luce, buio ed effetti creati;
- sperimentare attraverso diverse modalità di manipolazione;
- stimolare la curiosità, la motivazione e l’autostima del bambino;
- stimolare le diverse sensorialità nella scoperta dei differenti materiali;
- sviluppare l’auto-percezione, attraverso il riconoscimento di se stessi, del proprio corpo e dello spazio che occupa nell’ambiente;
- vincere le paure;
- sviluppare l’alfabetizzazione emotiva;
- promuovere l’unione e l’integrazione sociale attraverso il gioco e la creatività;
- sviluppare le abilità linguistiche, lessicali e i tempi di attenzione del bambino;
- imparare a coordinare il movimento fine.
I giochi di luce
I materiali necessari per un laboratorio come quello in descrizione sono abbastanza semplici:
- un tavolo luminoso,
- della sabbia (con i più piccoli, meglio la farina di mais),
- un proiettore e
- materiali artistici vari (ritagli, colori, album, colla, forbici).
Il piano luminoso è un supporto che si presenta come una lavagna o come un tavolo bianco retro-illuminato, utile per molteplici attività. La sabbia, d’altro canto, uno dei materiali che possono essere impiegati. Probabilmente, il migliore per iniziare, data la sua facile modellabilità.
È ideale per giocare, conoscere e creare. Inoltre, grazie alla luce che filtra dagli oggetti che vi sono appoggiati, regala stimoli sensoriali diversi ed emozioni correlate. Date le sue caratteristiche, il piano luminoso incoraggia la creatività e l’attenzione ai particolari, impreziositi dell’affascinante effetto della luce.
Questo strumento non ha specifiche prescrizioni rispetto all’età dei bambini a cui è indirizzato l’intervento. Ma è utile fin dai primi anni di vita per sviluppare competenze
- lessicali (con i più piccoli è un valido aiuto nello sviluppo delle abilità linguistiche, mentre con i più grandi è un ottimo sussidio nel pregrafismo),
- attentive,
- tattili e
- percettive.
L’arteterapia
A questo punto, serve un metodo di lavoro. Ed ecco l’arteterapia. Che c’è di meglio, in fondo, dell’azione, del “fare giocando” per imparare? L’arteterapia diventa, dunque, al tempo stesso, un metodo di lavoro e un gioco, sempre diverso e mai noioso, che stimola il bambino ad immaginare e creare, risorse fondamentali per la sua crescita armonica.
Applicato in arteterapia, il piano luminoso appare uno strumento funzionale ad affinare l’uso delle mani (di una sola o della coordinazione di entrambe, caratteristica poco considerata a scuola) e della loro motricità in attività grafomotorie e in esercizi replicabili nel quotidiano.
In arteterapia, quindi, il tavolo luminoso diviene un gioco di consistenze, di sfumature e di tracce, che sul piano luminoso trova una nuova e incredibile modalità di espressione. Lo stesso piano, inoltre, prolunga i tempi di attenzione del bambino e consente di lavorare su un supporto aperto e ampio, conoscibile e facilmente esplorabile, dove ogni elemento, risulta assolutamente netto, delineato e ben visibile. Su di esso, anche il gesto più piccolo e leggero lascia una traccia, a differenza di altre tecniche in cui può sembrare quasi impercettibile, azzerando, di fatto, l’effetto frustrazione e incoraggiando l’autostima.
Effetto benessere
Ma il piano luminoso ha benefici che vanno molto oltre. E’, infatti, anche molto utile per sviluppare
- capacità di osservazione,
- conoscenza dei colori,
- uso della creatività,
- percezione spaziale della realtà,
- indagine scientifica,
- capacità grafica nel disegno (e nella scrittura, implicata nello sviluppo del linguaggio).
Ed è, dulcis in fundo, accanto agli aspetti ludici che, con la novità, stimolano l’interesse del bambino che l’arteterapia converte in apprendimenti per la vita, un potentissimo generatore di calma e tranquillità. Con effetti straordinari sulla condotta in classe.
Zero controindicazioni, a parte un po’ di sabbia per terra. Fate la prova.
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