Le storie, grazie all’uso delle metafore, aiutano a riscrivere le pagine più sofferte e oscure della vita delle persone. Imparare dalle storie, in chiave simbolica, rende tollerabile il passato, leggero il presente e ridesta desideri e sogni per il futuro. In tal modo, il dolore patito diventa un’opportunità e l’ansia e le tensioni interne diventano energia vitale.
La magia delle parole
Tutto grazie alla magia delle parole. Le parole si prendono cura di noi se noi ci prendiamo cura di loro. Per questo, ritrovare le parole che accarezzano le nostre fragilità ripristina un’attitudine neurale perduta con la disattenzione e la noncuranza dei nostri tempi che impoverisce il vocabolario e prosciuga la sfera affettiva.
Il silenzio e l’evoluzione
Ma, per comprendere appieno la forza delle parole, come, ad esempio, quelle con cui si esprimono le fiabe, occorre saper fare silenzio. Il silenzio (che nella fiaba è la pausa del narratore) aiuta l’ascolto aperto e fiducioso. E’ con l’ascolto che si apprende la comunicazione e il suo valore di mediatore delle relazioni.
- Senza ascolto non può esserci comunicazione.
- Senza comunicazione, non c’è evoluzione.
- Senza evoluzione, non c’è vita.
Lo scrive Fulvio Fiori nel libro “Curarsi con la scrittura”. Quindi, la vita è la parola giusta o, al suo posto e meglio, la parola taciuta, il silenzio, l’ascolto che incoraggiano “la conoscenza come desiderio bruciante di esplorare, sapere e condividere”.
Luoghi sacri
Da qui deriva la sacralità dei luoghi della conoscenza, come le aule della scuola o i laboratori: “se sono pronto a riceverla, se sono aperto e fiducioso, una nuova informazione mi contatta attraverso i sensi e mi trasforma.” Ecco come si realizza la magia del cambiamento prodotto dalla conoscenza che servirà per la vita.
“E scoprirai che il mondo più interessante da conoscere, in ogni momento, sei proprio tu” (potere dell’identificazione con i personaggi e le funzioni delle fiabe).
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