Qual è la più alta virtù del leader di successo? Simon Sinek, illustre teorico di management, afferma che la miglior qualità sia infondere sicurezza. Ovvero, far sentire al sicuro i collaboratori e condurli per mano verso la fiducia. Ciò è, tuttavia, realizzabile ad una sola condizione: poiché creare un clima di fiducia e sicurezza in squadra significa assumersi grandi responsabilità, soprattutto in un contesto economico d’incertezza, come è ormai da un po’ di anni, il leader deve sopportare il gravame di dover controbilanciare il peso della cultura degli alibi (che caratterizza molti gruppi) con la motivazione e l’atteggiamento proattivo.
La storia di William Swenson
Simon Sinek, come esempio, nelle sue conferenze, è solito menzionare il gesto eroico di William Swenson, Capitano dell’Esercito statunitense nella foto, che, l’8 settembre 2009, gli è valso la Medaglia d’Onore del Congresso. Quel giorno, mentre le truppe americane attraversavano una regione dell’Afghanistan, scortate da milizie locali, per raggiungere un villaggio e permettere l’incontro tra funzionari del Governo e gli anziani del posto, la colonna subì un’imboscata, finendo circondata su tre lati.
Per puro caso, uno dei medici americani aveva una telecamera GoPro sul casco con cui, quasi involontariamente, riprese la scena in cui si vede Swenson affrontare il fuoco aperto per salvare i feriti e recuperare i cadaveri. Soprattutto, lo si vede chinarsi su di un commilitone ferito al collo e dargli un bacio, prima di voltarsi e ritornare nel fuoco incrociato a salvare altre giovani vite.
Da dove vengono le persone così? Che cosa le anima? Perché sono tanto diverse dalle altre persone?
Valori, emozioni e sentimenti
Devono essere molto profondi i valori, le emozioni e i sentimenti che spingono una persona ad agire in questo modo. Queste persone posseggono, più delle altre, una dote: l’amore. Allora, la domanda sorge spontanea: perché le persone con cui lavoriamo non sono tutte così? Semplicemente, perché il mondo funziona alla rovescia: nella vita militare, infatti, le medaglie vanno agli uomini e alle donne che sono disposte a sacrificarsi per il bene degli altri.
In azienda, gli incentivi e i premi vanno a quelli più spregiudicati, quelli che sono disposti a sacrificare gli altri per il proprio personale tornaconto. La risposta più banale alle domande poste, quindi, sarebbe che, semplicemente, “ci sono persone che sono migliori di altre e, per questo, attratte dalla carriera militare, improntata al servizio e al sacrificio.”
Ma è riduttivo e fuorviante fermarsi a questa grossolana e semplicistica analisi. E sarebbe un grave errore di valutazione. Chiunque, come Sinek, abbia posto a qualcuno dei moderni eroi una domanda del tipo
- “perché lo fareste?”,
- “perché l’avete fatto?”
ha ricevuto la stessa risposta: “Perché gli altri l’avrebbero fatto per me.”
La componente ambientale della leadership
I comportamenti carichi di senso e di significato, quindi, dipendono dall’ambiente. Così, in quello giusto, chiunque può fare cose impensabili, sospinto dal profondo senso di fiducia e di collaborazione che caratterizza i gruppi capaci di elevate performance. Oggi, diciamo d’intelligenza collettiva. Il punto, però, è che ingredienti come la fiducia e la collaborazione non sono in vendita in nessuna bottega.
Tra l’altro, data la loro intrinseca immaterialità, si basano su informazioni sensoriali, emotive, che con il razionale non hanno nulla a che vedere. Non basta, infatti, chiedere alle persone di fidarsi per convincerle a farlo. Perché la fiducia non può essere insegnata, come non può essere insegnata o, peggio, imposta la collaborazione: come ogni sensazione, sia l’una che l’altra o c’è o non c’è.
Da dove viene la fiducia?
Allora, vediamo da dove viene questa sensazione che porta le persone a fidarsi e collaborare tra loro. La fiducia è evolutivamente codificata come direttamente collegata con l’evoluzione dell’uomo e con la conservazione della specie grazie alla socialità.
L’uomo, infatti, esce dalla catena alimentare da quando, grazie alla vita in comunità, ogni abitante del villaggio preistorico inizia a comprendere che qualcun altro veglierà sul suo sonno e che, poi, spetterà a lui ricambiare per difendersi dalle fiere.
La tribù, la collettività in cui gli uomini vivono e lavorano insieme, diventa, così, quello che Sinek definisce il circolo della sicurezza, all’interno del quale star bene, nutrire la dimensione sociale e alimentare fiducia e collaborazione, come reazione naturale alla vita in condivisione.
L’epoca attuale funziona, pressappoco, allo stesso modo. Certo, non dobbiamo confrontarci più con le belve feroci ma i pericoli non mancano. Anzi, oggi più di ieri, la nostra vita è piena di ostacoli che si frappongono tra noi e la nostra piena realizzazione, tra noi e il successo che inseguiamo:
- gli alti e bassi della borsa,
- le incertezze dell’economia,
- le crisi di governo,
- le politiche monetarie che impoveriscono la gente,
- una nuova tecnologia che spazza via in un istante il nostro modello di business.
- E poi ci sono la concorrenza e i furti di idee, costanti che andranno sempre di moda e non spariranno mai.
Il leader trasmette sicurezza
In questi clima d’incertezza, a cui potremmo aggiungere almeno un centinaio di altre voci tra quelle maggiormente condivisibili, l’unica variabile che può indirizzare il business sui binari della tranquillità, senza patire eccessivamente i rischi che vengono dall’esterno, è il fattore umano, l’unico elemento che può cambiare le condizioni all’interno di un’organizzazione. È lì, infatti, che la leadership trova la sua massima espressione, perché è il leader che prende le decisioni nel suo habitat naturale che è l’impresa.
Così, quando un leader, nella sua organizzazione, privilegia la sicurezza, il benessere e la vita delle persone, per sacrificare gli interessi egoistici e gli effimeri risultati materiali, si verificano le magie: le persone, che percepiscono di essere al sicuro e accettate, ricambiano con la fiducia, collaborano e ottengono (e portano) i grandi risultati.
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