Stephen M. R. Covey nel suo libro “The speed of trust”, tradotto in italiano in “La velocità della fiducia”, afferma che la fiducia nelle relazioni si basa su un dato di fatto incontrovertibile. Che si tratti di una relazione personale o professionale, quello che facciamo ha un impatto sempre maggiore rispetto a qualsiasi cosa diciamo. La fiducia si stabilisce (o si distrugge) attraverso i comportamenti. Secondo Covey sono 13 i comportamenti che alimentano la fiducia relazionale. I primi cinque derivano dal carattere, i secondi cinque dalla competenza, gli ultimi tre richiedono, più degli altri, la collaborazione di carattere e competenza. Il terzo di questi comportamenti, che è anche il terzo che riguarda la sfera caratteriale, consiste nell’essere cristallini.
Essere cristallini
Essere cristallini, trasparenti implica, essenzialmente, l’apertura verso gli altri. Questo comportamento si concretizza nell’essere sinceri e autentici e dire la verità in modo che gli altri la possano verificare. Si basa sui principi di onestà, apertura, integrità e autenticità.
L’opposto della trasparenza è nascondere, coprire, trattenere le informazioni, fingere, sembrare piuttosto che essere, far apparire le cose diverse da quelle che sono, avere segreti e muoversi nell’ombra. La mancanza di trasparenza svela anche le finalità nascoste, i significati occulti e gli obiettivi personali segreti.
I tempi, va detto, allontanano facilmente dalla trasparenza, a causa dell’avvento delle nuove tecnologie. Internet è, infatti, il luogo dell’in-trasparenza, perché permette di camuffare le identità. Il che accresce il clima di diffidenza verso le persone.
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