Teatro in classe è un progetto per le scuole primarie che nasce da un percorso di aggiornamento del 2011 con le maestre del II Circolo Didattico di Brindisi (titolo del progetto: “La relazione educativa: dimensioni emotive e dinamiche di gruppo“). Insieme al gruppo ho lavorato sulla narrazione autobiografica per la consapevolezza di sé, con la costruzione di fiabe e storie e con le Arti Terapie. Al termine, ad ognuno ho assegnato un monologo da scrivere per dar voce ad una condizione dello spirito. Nasce così una drammaturgia dal titolo “Amore e Follia”, sulla falsa riga dell’Invito della Follia, il famoso racconto di Davide Saliva, in cui emozioni, sentimenti e altre comuni condizioni umane hanno preso voce e forma. Ecco, dunque, il canovaccio.
L’invito della Follia
La Follia decise di invitare i suoi amici a prendere un caffè da lei. Dopo il caffè, la Follia propose:
“Si gioca a nascondino?”.
“Nascondino? Che cos’è?” – domandò la Curiosità.
“Nascondino è un gioco. Io conto fino a cento e voi vi nascondete.
Quando avrò terminato di contare, cercherò e il primo che troverò sarà il prossimo a contare”.
Accettarono tutti ad eccezione della Paura e della Pigrizia.
“1,2,3”. – la Follia cominciò a contare.
I personaggi
La Fretta si nascose per prima, dove le capitò. La Timidezza, timida come sempre, si nascose in un gruppo d’alberi. La Gioia corse in mezzo al giardino. La Tristezza cominciò a piangere, perché non trovava un angolo adatto per nascondersi. L’Invidia si unì al Trionfo e si nascose accanto a lui dietro un sasso. La follia continuava a contare mentre i suoi amici si nascondevano. La Disperazione era disperata vedendo che la Follia era gia a novantanove.
“Cento! – gridò la Follia – Comincerò a cercare”.
La prima ad essere trovata fu la Curiosità, poiché non aveva potuto impedirsi di uscire per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto. Guardando da una parte, la Follia vide il Dubbio sopra un recinto che non sapeva da quale lato si sarebbe meglio nascosto. E così di seguito scoprì la Gioia, la Tristezza, la Timidezza. Quando tutti erano riuniti, la Curiosità domandò: “Dov’è l’Amore?”.
Nessuno l’aveva visto. La Follia cominciò a cercarlo. Cercò in cima ad una montagna, nei fiumi sotto le rocce. Ma non trovò l’Amore.
Cercando da tutte le parti, la Follia vide un rosaio, prese un pezzo di legno e cominciò a cercare tra i rami, allorché ad un tratto sentì un grido.
Era l’Amore, che gridava perché una spina gli aveva forato un occhio. La Follia non sapeva che cosa fare. Si scusò, implorò l’Amore per avere il suo perdono e arrivò fino a promettergli di seguirlo per sempre. L’Amore accettò le scuse.
Oggi l’Amore è cieco e la Follia lo accompagna sempre.
Teatro ed emozioni in classe
Nel rispetto delle indicazioni della tecnica della fiabazione, che oggi confluisce nel mio libro “Il Metodo Autobiografico Creativo“, ogni insegnante può, così, creare delle semplici azioni teatrali per facilitare l’alfabetizzazione emotiva degli scolari delle prime classi della scuola primaria.
Avendo, infatti, a disposizione l’originale, procedere è semplice. L’insegnante potrà scaricare dai precedenti articoli le semplici partiture necessarie per creare i personaggi e lasciare gli studenti, partendo da ciascuna di esse, d’improvvisare sul tema.
Abbiamo già, infatti, le parti dei seguenti personaggi (basta cliccare sui link):
Chiaramente, i personaggi possono diventare anche molti di più, in base al numero dei ragazzi coinvolti.
Il resto, anche il finale, è lasciato alla creatività del gruppo. In tutti i casi, risultano utili il training di preparazione, che può durare anche molto tempo, lavorando, ad esempio, anche singolarmente su ogni personaggio, e la verbalizzazione conclusiva che aiuta l’apprendimento delle emozioni e dei sentimenti.
Buon divertimento.
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