Nel 2011 ho condotto un percorso di aggiornamento con le maestre del II Circolo Didattico di Brindisi. Titolo del progetto: “La relazione educativa: dimensioni emotive e dinamiche di gruppo“. Insieme abbiamo lavorato sulla narrazione autobiografica per la consapevolezza di sé, con la costruzione di fiabe e storie e con le Arti Terapie. Al termine, ad ognuno ho assegnato un monologo da scrivere per dar voce ad una condizione dello spirito. Eccovi il sesto appuntamento: Il rimorso della Nostalgia, pubblicato in appendice de “La tecnica della fiabazione“, la prima stesura del mio attuale libro “Il Metodo Autobiografico Creativo“. In copertina il “Viandante sul mare di nebbia” di Caspar David Friedrich.
Sesto appuntamento
Silenziosa e disperata o beffarda e consapevole? L’idea personale della follia rende interessante il monologo che segue. Non una condizione della mente a cui arrendersi ma un calcolo sinistro che pervade le vite altrui e ne domina gli impulsi, dalla rabbia all’amore.
Il breve testo, scritto da A., è la parte che l’autrice ha pensato per il suo ruolo nell’Invito della Follia, liberamente tratto dal più famoso racconto di Davide Saliva che noi è servito per dar vita a emozioni, sentimenti e altre comune condizioni umane.
E’ il sesto appuntamento settimanale con i racconti autobiografici scritti per “pillole teatrali”, destinate ai ragazzi dei primi tre anni della scuola primaria, che terminerà con la pubblicazione del canovaccio in cui sono inseriti. Una rubrica da seguire per trarre ispirazione per lavori con i ragazzi delle prime tre classi della scuola primaria sull’alfabetizzazione emotiva.
Il rimorso della Nostalgia
Nostalgia… una parola che per me vuol dire ricordo, sì, ricordo di tanti momenti felici trascorsi insieme a persone care, a persone amiche, a persone che ho avuto sempre vicino e che ora non ho più. Sì, quei bei ricordi li ho tutti dentro di me come qualcosa di straordinariamente prezioso.
Lo so che la vita scorre, ma non posso fare a meno di pensare che quei dolci momenti appartengano ad un tempo che in un attimo è volato via.
Non so allora se provare gioia o sconforto, ma subito mi riprendo perché non bisogna perdersi nel vuoto dei ricordi , no, ma portarli dentro con tenerezza, superare quel “malore improvviso” con la consapevolezza che quei luoghi, quelle carezze affettuose, quegli sguardi pieni d’amore, quelle persone, sì è vero, non torneranno più, ma sono con noi, dentro di noi in quanto li possiamo immaginare, ricordare, farli conoscere agli “altri “ parlando di loro.
Nostalgia è il tempo passato, la speranza è il tempo futuro, ed è la speranza che mi fa guardare sempre avanti perché sento dentro di me la sua vocina che sussurra: “Coraggio Anna Maria, nonostante tutto la vita continua…”
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