La Gioia di vivere nel celebre “Bal au moulin de la Galette”, un dipinto di Pierre-Auguste Renoir nel 1876. La copertina ideale per il monologo che R., nel 2011, un’insegnante del II Circolo Didattico di Brindisi, scrive durante un percorso di aggiornamento. Titolo del progetto: “La relazione educativa: dimensioni emotive e dinamiche di gruppo“. Insieme abbiamo lavorato sulla narrazione autobiografica per la consapevolezza di sé, con la costruzione di fiabe e storie e con le Arti Terapie. Al termine, ad ognuno ho assegnato un monologo da scrivere per dar voce ad una condizione dello spirito. Eccovi il terzo appuntamento: Il monologo della Gioia di vivere, pubblicato in appendice de “La tecnica della fiabazione“, la prima stesura del mio attuale libro “Il Metodo Autobiografico Creativo“.
Terzo appuntamento
Il breve testo, scritto da R., è la parte che l’autrice ha pensato per il suo ruolo nell’Invito della Follia, liberamente tratto dal più famoso racconto di Davide Saliva che a noi è servito per dar vita a emozioni, sentimenti e altre comuni condizioni umane.
E’ il terzo appuntamento settimanale con i racconti autobiografici scritti per “pillole teatrali”, non destinate ad andare in scena ma solo ad agevolare la riflessione, che terminerà con la pubblicazione del canovaccio in cui sono inseriti. Una rubrica da seguire per trarre ispirazione per lavori con i ragazzi delle prime tre classi della scuola primaria sull’alfabetizzazione emotiva.
Il monologo della Gioia di vivere
“Oggi” non sono in vena di… gioia! quindi, non sono in me!!!
Sono un sentimento. Quasi sempre presente, perché sono presente in tutto! Mi trovate nel cielo, nel mare, nella terra, nei fiori, negli animali, ma soprattutto nel cuore delle persone! Sono la Gioia di vivere!
E’ bello portare la gioia ovunque, anche nelle azioni che si compiono quotidianamente, anche se troppo spesso è così difficile che arrivi!
Così come a volte è anche difficile trasmettersi la gioia!
“Oggi” mi sembra un giorno di quelli in cui tutto sembra “remarmi contro”! Mi risulta difficile “arrivare”. Ma la mia missione è insistere. Quindi, non mi arrendo, non desisto: il mondo ha bisogno di me. E la Gioia (con G maiuscola) non si stanca mai!
E questo perché anche un cuore triste ha bisogno del suo “antagonista” per definirsi tale e prima o poi si arriva alla “sintesi”, alla conclusione… che è proprio la gioia di vivere che FA VIVERE QUALSIASI EMOZIONE, brutta o bella che sia!
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