Farsi dipingere il pancione in gravidanza: si chiama Baby Bump Painting e aiuta le mamme non solo a sentirsi a proprio agio con il corpo che cambia ma a immortalarne le forme, attraverso lo scatto fotografico, fatto dopo il reintegro grafico pittorico, che, in quel momento, diventano tele candide su cui dipingere e riportare fantasie, aspettative, impressioni e immagini del nascituro. Un lavoro di Serena Baretti, Arteterapeuta in formazione in Artedo, che ospito volentieri sul mio sito.
Body painting in gravidanza
Qual è il fine principale del body painting in gravidanza in un percorso di arteterapia?
Non sono di sicuro io a scoprire che la gravidanza rappresenta un periodo intenso di emozioni nella vita della donna. Un’esperienza unica per le sensazioni che si sperimentano e che sorprendono di giorno in giorno. Durante i nove mesi di gravidanza, la futura mamma, per il delicato e, a volte, instabile quadro ormonale, diviene più sensibile e più incline all’introspezione. È in questo passaggio che si innestano le tre dimensioni
- fantastica,
- onirica e
- artistica
su cui ho lavorato e che aiutano a vivere il cambiamento in modo più consapevole. E a venir fuori da uno stato di solitudine che, dal quel momento in poi e fino all’ultimo dei suoi giorni in questa vita, una mamma non percepirà più. Sono molte, infatti, le donne che dichiarano di essere “sole” a vivere questa trasformazione e il cambiamento, come se, nel percorso che porta alla maternità, si sentissero abbandonate, non comprese fino in fondo.
Per questo, le tecniche di Arti Terapie, unitamente ad altre strategie creative, come la realizzazione del calco del pancione materno che accoglierà il piccolo appena venuto alla luce, si rivelano efficaci come “momento catartico e di attesa in corso di trasformazione”.
Il Baby Bump Painting
Se lo scopo principale del body painting è di aiutare la futura mamma ad accettare i cambiamenti del corpo e valorizzarlo, un siffatto momento diventa soprattutto una tappa importante in un percorso arteterapico. Poiché, se utilizzato
- con criterio,
- in modo adeguato,
- nel periodo giusto,
- con i giusti materiali (come, ad esempio, i colori atossici, naturali)
offre la possibilità di coinvolgere nel processo anche altri membri della famiglia, come i partner o i figli più grandi. Essere parte del processo
- rinsalda i legami familiari,
- accorcia le distanze e
- contrasta il senso di solitudine della gestante.
Nasce così il bump painting, fatto da compagni o figli, che può essere considerato come un ponte di comunicazione tra tutti (compreso il bimbo in grembo) e, nello stesso tempo, il mezzo per dare un giusto valore anche alla loro presenza, altrettanto importante: diventare accompagnatori, in modo fattivo e parte integrante del cammino della mamma.
Il ruolo dell’Arteterapia
Ma cosa trasforma questa applicazione pittorica in un supporto così prezioso durante il processo arteterapeutico?
Interagendo col la pancia delle mamme (solitamente, all’ottavo mese), i papà dipingono solitamente un’immagine (come da foto in copertina) che sentono appartenere loro e comunicano, così, la loro presenza al nascituro. In molti casi, ciò che emerge è l’idea che i futuri genitori si fanno del bimbo che attendono. La pratica è, da una parte, simbolicamente forte e, dall’altra, un dolce accudimento del pancione della mamma.
I futuri papà esprimono, a loro modo, quello che vorrebbero dire, investendo l’atto creativo di
- aspettative,
- immagini e
- pensieri
che vivono attraverso il colore. Inizia, così, a prendere forma il legame profondo che si esprime attraverso la comunicazione tra la coppia genitoriale e il loro bimbo, in un legame a tre di
- cura,
- coccole,
- scambi relazionali,
- gioco ed
- emozioni.
Quello che le parole non dicono
Quello che le parole non dicono lo dice il colore. Dal colore emergono, infatti, elementi spontanei interessanti. I colori più usati dai partner, ad esempio, spesso si rivelano essere gli stessi che le mamme usavano durante gli incontri di arteterapia precedenti all’esecuzione del dipinto sul pancione, rinnovando emozioni e vicinanza nella coppia.
Se, infatti, nei lavori precedenti la madre usava spesso, ad esempio, il verde (e per lei quel colore era molto importante nelle sue rappresentazioni), il papà dipingeva, senza saperlo e quasi istintivamente, con lo stesso colore, mentre insieme percepivano il movimento del bambino ai passaggi delicati del pennello sul pancione. Come, del resto, accadeva per la percezione della voce di entrambi. Insomma, un’armonia esteriore percepita anche dal feto all’interno della pancia.
Straordinario come nasca nel non verbale una sintonia comunicativa e come una coppia diventi famiglia, prima ancora dell’arrivo del figlio. Quello che è avvenuto e che ho potuto osservare durante la mia esperienza di arteterapia in gravidanza, del resto, è che attività così concepite rinvigoriscono la complicità nella coppia e le relazioni.
La verbalizzazione finale
Le attività si chiudono con una verbalizzazione. Ai papà è lasciato lo spazio per parlare dell’esperienza e descrivere il modo in cui sia stato vissuto l’intero percorso. Non riesco a raccontarvi che emozione forte sia per le mamme sentire dalla voce di marito o compagni come si concretizzino ruoli e presenze. Solo dopo arriva il momento della foto di coppia o di gruppo, in cui
- mamme,
- pancioni colorati,
- papà e
- figli
vengono immortalati in un solo scatto che comunica unione.
Naturalmente, dal punto di vista pratico, il Bump Painting può essere praticato anche a casa ma sempre con colori atossici e pigmenti naturali e sicuri. Ma la restituzione dell’Arteterpeuta ritengo sia indispensabile per dare e restituire senso all’esperienza.
Per chi, tuttavia, vorrà cimentarsi in proprio, ecco una semplice ricetta per preparare in sicurezza i colori da usare sul corpo:
- un cucchiaino di amido di mais,
- mezzo bicchiere d’acqua,
- mezzo di crema idratante e
- un qualsiasi colorante alimentare.
Basta mescolare tutti i componenti e il gioco è fatto. Se non vi basta, rivolgetevi ad un Arteterapeuta Artedo.
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