Narrativa, fiabe e storie di fantasia sono molto di più che semplici letture. Possiamo, piuttosto, considerarle degli amplificatori dei processi mentali che sviluppano la personalità e la socialità. Entrare nel mondo simulato di una storia, infatti, entrare in rapporto con la mente dei suoi personaggi, ci spinge a cambiare. Vale a tutte le età, benché i primi a trarne un grande beneficio in termini di qualità dei rapporti interpersonali, anche nella vita adulta, siano bambini e adolescenti.
Le storie plasmano la personalità
Gli studi dicono che considerare la narrativa come una semplice distrazione è un grossolano errore, poiché essa possiede una forza che ha origine nel legame emotivo che il lettore stabilisce con i personaggi della storie. In una parola, dall’empatia. E’ l’esperienza d’empatia emotiva che, infatti, consente al lettore di immaginare di vivere come vivono i personaggi di cui legge nelle opere di narrativa.
Che nel corso della lettura anche a noi capiti di fare nostri i vissuti dei personaggi dei romanzi, rispecchiandone sentimenti e azioni, lo dimostrano anche i nuovi strumenti di scansione cerebrale. Applicati nel corso delle ricerche per verificare la correlazione tra la lettura e le abilità sociali, hanno confermato che, durante la lettura di storie, le preoccupazioni personali vengono messe da parte per far posto all’adozione degli stati d’animo dei protagonisti.
La risposta emotiva del cervello alla buona letteratura può perfino concorrere ad alterare il senso di sé del lettore. Solo le caratteristiche della narrativa, infatti, portano ad identificarsi con i personaggi in una maniera cui generalmente non arriva la letteratura non di invenzione.
Storie che migliorano le relazioni
Mettersi comodi in poltrona a leggere un romanzo fa bene alla mente e alla vita di relazione. Lo dicono le ricerche condotte in Canada, tra il 2006 e il 2010, ad opera degli psicologi dell’Università di Toronto. Il primo studio, a cui ho dedicato un altro articolo che consiglio, che, in origine, aveva dimostrato l’esistenza di una correlazione tra la lettura di narrativa e il potenziamento dell’intelligenza sociale, con il tempo sembrò non rispondere alla domanda se fosse vero anche il contrario,
- cioè, se persone con spiccate abilità sociali fossero naturalmente più inclini alla lettura.
- Ovvero, se persone appassionate di lettura possedessero già spiccate competenze sociali.
Così, Raymond Mar, tre anni dopo decise di ripetere la ricerca. Nel 2009, 252 adulti appassionati di lettura di romanzi si prestarono all’indagine che, in questa seconda fase, intendeva misurare le cinque principali dimensioni della personalità dei soggetti:
- estroversione,
- stabilità emotiva,
- apertura mentale,
- socievolezza e
- coscienziosità.
Il test sulle dimensioni della personalità
Queste le principali evidenze emerse dalle risposte al test.
- Tutti riportarono punteggi mediamente elevati nei cinque campi oggetto dello studio.
- Le persone con punteggi più alti di altre nell’item sull’apertura mentale erano, in prevalenza, lettrici di opere di narrativa.
- Esiste una correlazione tra quantità di opere di narrativa lette e le abilità sociali, come empatia e apertura mentale, che dimostra come sia la prima a condizionare le seconde e non il contrario.
L’indagine ha, inoltre, risolto il dilemma legato al collegamento tra le reti di supporto sociale e il grado di isolamento sociale e di solitudine dei singoli. Cioè, i lettori di narrativa non sono e non si sentono mai soli. Anzi, riescono a intrecciare legami sociali, che forniscono loro sostegno, molto più solidi dei lettori di saggistica. Che, viceversa, vivono più a margine delle reti sociali.
Fiabe e storie di fantasia
Nel 2010, Mar e collaboratori hanno ripetuto lo studio su 55 bambini in età prescolare. Il risultato è stato che maggiore era il numero di fiabe e storie di fantasia che i bambini si sentivano raccontare (e il numero di film che vedevano), più alto risultava il punteggio nei cinque test condotti per valutare dimensioni di personalità e comportamento pro-sociale.
In realtà, questo principio, legato alle storie di fantasia, vale anche per gli adulti. Nei miei laboratori sul Metodo Autobiografico Creativo con la Tecnica della Fiabazione, infatti, la narrazione di sé con l’ausilio delle fiabe inventate, grazie alla metafora, accresce
- il potenziale creativo,
- la capacità di problem solving e, in generale,
- l’acquisizione di consapevolezza emotiva che agevola empatia e abilità relazionali.
La metafora, infatti, dicendo senza dire, sussurra, in forma fantastica e creativa, chiavi di lettura della realtà che, nascoste nell’altalena dei personaggi e delle ambientazioni, aprono a nuovi vertici di osservazione sul mondo intorno.
Le evidenze degli studi
Tutti i dati fin qui disponibili, dunque, raccolti nel corso degli anni e nelle diverse ricerche, confermano l’ipotesi iniziale, secondo cui leggere narrativa facilita lo sviluppo delle abilità sociali. Il motivo, aiuta ribadirlo, è che offre al lettore l’esperienza di
- decentrarsi da sé durante la lettura e
- pensare ad altre persone, mettendosi nei loro panni.
La caratteristica distintiva della narrativa risiede, infatti, proprio nel trattare di esseri umani, o simili agli umani, e delle loro intenzioni e interazioni. E la lettura di romanzi e storie fantastiche consente di allenarsi in questo campo.
Certo, come verifica a questa teoria, quella che possiamo definire la prova del nove, occorrerebbe avviare un’ulteriore fase di sperimentazione. Quella in cui assegnare, per diversi mesi, ad alcune persone il compito di leggere
- o solo narrativa
- o soltanto libri non di narrativa,
al fine di misurare il livello di consapevolezza sociale di entrambi i gruppi, prima e dopo il periodo dedicato a queste letture. Se la loro teoria dei ricercatori è corretta, i lettori di narrativa dovrebbero presentare significativi progressi nei valori relativi alla loro vita sociale e i loro punteggi dovrebbero essere più alti di quelli delle persone impegnate esclusivamente in letture di altro genere.
Insomma, un’idea per il gruppo di ricerca di Keith Oatley, Professore Emerito di Psicologia Cognitiva all’Università di Toronto, che, in Canada ha dato il via a questi studi.
Conclusioni
Anche se i cambiamenti dei tratti di personalità osservati dall’équipe dell’Università di Toronto sono probabilmente temporanei, è possibile che gli effetti diventino più duraturi quando le persone dedicano più tempo alla lettura di opere di narrativa. Dedicarsi a questo specifico genere letterario permette
- una maggiore apertura mentale e
- un più alto “senso degli altri“,
rispetto a quanto non accada agli altri in generale.
La grande narrativa e le storie d’invenzione possono, in altre parole, trasformare anche le strutture stabili della personalità.
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