La pittura del corpo o pittura corporale (conosciuta anche come body painting o dermocromia) è una delle arti del corpo che consiste nel dipingere se stessi a scopo ornamentale. Anticamente, la pittura del corpo veniva utilizzata per scopi religiosi, rituali, propiziatori o scaramantici, nonché protettivi, dato che, secondo alcune fonti, il colore teneva lontani gli insetti e formava uno strato protettivo contro le intemperie (fonte Wikipedia).
Certo è che quest’arte affonda le sue radici nella notte dei tempi, probabilmente nata nelle usanze di popoli tribali africani, indiani e centroamericani. La mancanza di fonti scritte, tuttavia, rende impossibile datare le origini della dermocromia.
Tecniche tradizionali e significati
I colori erano ricavati da materie di origine minerale, come
- ocra,
- creta e
- gesso,
o vegetale, come
- i succhi delle foglie,
- gli steli,
- i semi
- ed i frutti delle piante.
Normalmente le materie prime provenivano dalla flora del luogo in cui gli indigeni erano stanziati. I pigmenti erano poi applicati sulle parti del corpo opportune usando
- le dita,
- i pennelli o
- degli appositi stampini in legno o in terracotta.
In qualunque modo e con qualunque tecnica realizzate, le pitture corporali non erano affatto casuali. Mai, infatti, erano costituite da estemporanei scarabocchi. Piuttosto, benché in apparenza incomprensibili, abbinavano, naturalmente, all’abbellimento del corpo significati precisi,
- da quello religioso
- al cerimoniale e
- dall’intimidatorio
- al sessuale.
Significati oggi sostituiti da tatuaggi e piercing che rivestono, tra gli altri, l’espressione evoluta di un senso di appartenenza.
La pittura del corpo oggi
L’origine della pittura corporale moderna viene fatta risalire al 1933, quando Maksymilian Faktorowicz, fondatore dell’azienda di cosmetici Max Factor, dopo aver truccato interamente la sua modella, la espose alla Fiera Mondiale di Chicago. Furono arrestati entrambi per oltraggio al pudore ma passarono alla storia, da quel momento, per aver realizzato il primo esperimento di pittura del corpo moderna.
E’ così che una delle forme d’arte tra le più antiche tornò (anzi, diventò) di moda. Oltre alle tecniche, tuttavia, la body painting cambiò significato. Anche se nelle parti del mondo isolate, come l’Amazzonia, le savane africane e le giungle indiane il significato della pittura corporale è rimasto invariato, nel mondo globalizzato ha assunto significati completamente diversi.
Dagli anni novanta dello scorso secolo ad oggi essa ha, inoltre, fatto registrare un significativo incremento con l’utilizzo di tecniche di decoro del corpo di durata limitata per raccontare, in fondo, delle storie attraverso immagini disegnate sulla pelle.
Colori e strumenti per il body painting
Nella pittura corporale moderna, i colori naturali, come henné e tempere, sono oggi affiancati da colori acrilici e sintetici, prodotti dalle più importanti case di cosmetici internazionali. Sono colori innocui per la salute della pelle e che non provocano allergie. Tra gli strumenti di lavoro, accanto ai tradizionali pennello e spugnetta, trovano sempre più spazio le tecniche di aerografia, che permettono di creare sulla pelle
- chiaroscuri,
- sfumature e
- dettagli molto precisi.
L’uso recente del lattice, dell’inchiostro fosforescente, delle lampade UV e delle protesi dà idea di quanto sia diffusa e in evoluzione la pittura corporale.
Body painting e Arteterapia
Naturalmente, maggiori sono gli strumenti e le tecniche a disposizione, maggiori sono le possibilità di utilizzo del body painting in Arteterapia. Essendo, infatti, quest’ultima una tecnica che agevola la messa in forma artistica di vissuti emotivi, dipingersi la storia personale addosso diventa un mezzo espressivo potentissimo.
Ma non è solo narrare una storia. Il body painting in Arteterapia aiuta, in un processo rieducativo (ma anche riabilitativo o terapeutico), la presa di consapevolezza
- del corpo,
- dei suoi confini (il derma) e
- delle sue singole parti (quelle pitturate che diventano una sorta di mappa concettuale del corpo).
Basti pensare, ad esempio, a persone con disturbi dello spettro psicotico che vivono in maniera confusa la relazione con il mondo circostante, non riuscendo a distinguere ciò che viene “da dentro” da ciò che è “fuori da sé”. Fissare i limiti corporei diventa, in questi casi, un lavoro sulla percezione del confine come intercapedine tra un dentro e un fuori, con l’ausilio del medium creativo, la pittura sul corpo.
Certo è un lavoro che non può essere pensato per tutti i pazienti psichiatrici ma questa è una tecnica accessibile a molti, soprattutto in fase di esordio della patologia.
Ci sono poi i disturbi del comportamento alimentare che sono interessati dalla tecnica del body painting. Persone anoressiche o bulimiche, che non amano il proprio corpo, usandolo come una tela, iniziano ad apprezzarne le possibilità espressive e comunicative. Arrivano così ad accorciare le distanze con esso e, in certo senso, a riappropriarsene.
Emozioni sulla pelle
Le tecniche di body painting applicate in Arteterapia sono diverse e vanno oltre gli interventi di natura strettamente clinica. In un lavoro di coppia, ad esempio, come nella foto in evidenza, l’uso del corpo del compagno (o della compagna) è sostitutivo di una tela o di un grande foglio di carta attraverso cui raccontare una storia. La propria o, meglio, le sensazioni che si ricevono dal corpo che si dipinge. Questo uso è funzionale
- alla relazione,
- al dialogo,
- alla mediazione del contatto (per agevolarlo, in alcuni casi),
- ad instaurare un clima di fiducia,
- al benessere.
In ultima analisi, anche alla consapevolezza emotiva, quella di cui ci si riappropria grazie al feedback degli altri. La stessa cosa, infatti, accade se si adotta questa tecnica in gruppo.
Ma non solo. La forte valenza simbolica di raffigurare in immagini le emozioni che ci trasmette il corpo dell’altro proprio sulla pelle le fissa, di fatto, nelle immediate vicinanza del luogo in cui nascono. La pelle come filtro dei vissuti che si proiettano nel mondo diventa, così, un amplificatore di esperienze emozionali. Chi riceve la pittura sul corpo porta con sé quelle emozioni, come se tutti potessero, in fondo, spiare nella sua anima attraverso un oblò che apre la visuale sulla stiva in cui esse dimorano sopite.
Discorso analogo per l’applicazione in gravidanza: il pancione diventa la tela su cui dipingere le immagini. In questo caso, osservare l’evoluzione nel tempo di forme e colori può aiutare a riconoscere un percorso di emozioni e significati personali.
Body painting come terapia
Chiudo con la citazione di un illustre esempio di applicazione del body painting alla terapia. Mi riferisco a Gesine Marwedel, giovane artista tedesca. La Mawedel non è un’Arteterapeuta, almeno non nel senso che intendiamo noi oggi ma crede molto nell’Arteterapia. Per questo motivo, ha pubblicato un libro che parla di body painting come terapia con i suoi unici, semplici strumenti: il corpo come una tela e i colori come mezzo di espressione. .
Oggi Gesine Marwedel lavora nell’ospedale di Dortmund con lo scopo, principalmente, di divertire i bambini ammalati con la pittura e, in secondo luogo, di aiutarli ad alleviare il peso della loro permanenza in clinica, lavorando con loro sulle emozioni positive.
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