Sono passati almeno dieci anni da quel progetto di Musicoterapia in classe nel Liceo Psicopedagogico di Cisternino, in provincia di Brindisi. Sono passati dieci anni anche da questa foto che mi ritrae accanto alla mia amica Deodata Cofano, insegnante di Psicologia di quella meravigliosa scolaresca, con cui ho lavorato per due anni, che volle la mia presenza. Ma le emozioni e ciò che mi hanno regalato quei ragazzi sono ancora vivi nei miei ricordi. E’ così che ho rispolverato un po’ di appunti presi qua e là nel corso della mia formazione che ora condivido con voi. Per ulteriormente motivare l’utilità e l’importanza di un simile strumento a scuola.
Il gruppo classe e la sintonia
In un gruppo classe esistono sempre svariate possibilità di interazione.
- Dinamica o statica,
- positiva o negativa,
- individuale, duale o di gruppo.
L’atto di entrare in sintonia, sintonizzarsi con l’altro può spesso essere confuso con un processo di rispecchiamento e di rispondenza empatica. Ma non è così. Il punto di partenza è sicuramente imitativo ma la vera sintonizzazione e la conseguente armonizzazione non sono processi di rispecchiamento. L’imitazione è forma, la sintonia (e la successiva armonia) è sentimento. L’imitazione, infatti, non permette di risalire ai propri stati interiori ma è evidentemente manifesta. Viceversa la sintonia sposta l’attenzione su ciò che sta dietro il comportamento, sullo stato d’animo condiviso.
Gli obiettivi
Imitazione e sintonia sono momenti importanti per la musicoterapia, poiché esprimono il potenziale della valorizzazione delle emozioni come strumento di contatto e di coesione. Anche a scuola. Gli obiettivi possono essere riassunti come segue.
- Sviluppare le potenzialità attentive e di concentrazione.
- Sviluppare gli istinti creativi di ogni ragazzo.
- Rafforzare il senso di identità attraverso l’esperienza personale e una maggiore consapevolezza del sé e dell’ambiente.
- Ampliare i canali di comunicazione attraverso esperienze globali in una dinamica di gruppo.
- Svolgere attività di esperienza nella dinamica di gruppo e di adeguamento all’integrazione sociale.
- Articolare processi creativi significativi nella forma primaria, globale e nelle forme più articolate. Ad esempio, tramite voce, movimento, manipolazione degli strumenti, spirito esplorativo, autonomia intenzionale, consapevolezza delle manifestazioni individuali.
Perché la musicoterapia?
Per inquadrare e impostare un corretto intervento musicoterapico in classe, occorre precisare che per musicoterapia intendiamo tutte quelle applicazioni altre della musica, ascoltata o prodotta, che può essere funzionale ad includere nel gruppo anche studenti con difficoltà. Quindi, ragazzi con DSA, autismo, handicap psicofisico o ritardo mentale. Per gli approfondimenti rimando alle sezioni di questo sito che trattano i temi specifici, come ad esempio, quello sulla Musicoterapia nella Discalculia.
Preciso, pertanto, che può essere utile a questo ma non necessariamente va previsto nei casi d’inclusione della diversabilità. Infatti, il mio progetto a Cisternino non lo era. Gli obiettivi di un progetto di musicoterapia a scuola non sono appannaggio esclusivo di ogni intervento d’integrazione della diversabilità. Semmai, può prevederlo, poiché abbraccia metodologie trasversali che utilizzano tutti i fenomeni sonori e musicali e possono fare particolare riferimento al processo globale di recupero e integrazione dei ragazzi. Compresi quelli con disabilità.
La musicoterapia in classe
Per musicoterapia intendiamo, quindi, il ricorso ad esperienze musicali in cui si produce musica per tutti e nella più ampia accezione, coltivando l’espressione creativa individuale o di gruppo. Dimensioni in cui l’ascolto e l’assunzione di stimoli ritmico-musicali (o più genericamente acustici) costituiscono un mezzo di comunicazione non verbale. Stimoli che sono in grado di concorrere alla determinazione e al consolidamento di autentiche forme di relazione interpersonale e di socializzazione.
L’intervento musicoterapico si sviluppa, infatti, in due specifici indirizzi.
- Il primo, quello di nostro interesse in questa sede, di tipo psicopedagogico. In questo caso l’attività musicale diviene strumento di recupero, di socializzazione, di sviluppo di potenzialità espressive di ogni ragazzo e s’inserisce in un lavoro di gruppo.
- Il secondo, appannaggio dei contesti clinici, di tipo riabilitativo. In questa applicazione, la musica e il suono sono oggetti intermediari che per la loro neutralità, per le possibilità creative e comunicative che offrono e per i profondi legami con la sfera psico-affettiva dell’individuo favoriscono contatto e sblocco di risorse.
Musica come strumento di coesione
L’attività musicale, dunque, diviene uno strumento di condivisione di potenzialità espressive e si inserisce, preferibilmente, in un’attività specifica proprio nelle strutture scolastiche.
La parola chiave è improvvisazione.
- Ritmica,
- melodica,
- corporea,
improvvisazione sonoro-musicale per approdare al dialogo. Un dialogo, appunto, sonoro-musicale.
Il suono come metafora riflette il comportamento-azione della classe. Quindi, agisce prima e con delle protezioni che attività impegnative sul piano cognitivo non possono garantire.
Il gruppo classe potrebbe, infatti, essere coinvolto attivamente ed emotivamente anche senza l’impiego di materiale sonoro-musicale per raggiungere gli stessi obiettivi. Ma i tempi sono più lunghi e la mancanza di protezioni dei simboli e delle metafore rende più difficile la decodifica delle dinamiche.
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