Ci siamo già interrogati sulla questione se sia possibile ripensare la didattica per i bambini con DSA. Parlando di discalculia il tema ricorre, data la sua frequente comorbilità con la dislessia nei disturbi specifici dell’apprendimento. Ma che cos’è, esattamente la discalculia? Come è possibile riconoscerla? E quali strategie è possibile mettere in campo per arginarne gli effetti e contrastarla? Ecco alcune risposte che arrivano dalle Arti Terapie e, in particolare, dalla Musicoterapia.
Discalculia
La discalculia è una difficoltà specifica dell’apprendimento del calcolo che si manifesta
- nel riconoscimento e nella denominazione dei simboli numerici,
- nell’associazione del numero alla quantità corrispondente e
- nella scrittura degli stessi numeri.
- Inoltre, nella numerazione in ordine crescente e decrescente e
- nella risoluzione di problemi.
E’ un disordine di natura neurobiologica e di origine congenita che impedisce di raggiungere livelli di rapidità e di correttezza nelle operazioni di calcolo e nel processamento numerico. Studi recenti affermano che la discalculia ha una base neurologica diversa dalla dislessia. La discalculia è presente fin dalla nascita ma viene diagnosticata solo da 4 o 5 anni, con l’ingresso del bambino nella scuola dell’obbligo. Le indagini scientifiche, inoltre, dimostrano che la discalculia può essere determinata da alcune lesioni nella regione posteriore dell’emisfero sinistro e non è correlata con il livello di istruzione e con il quoziente d’intelligenza.
Come riconoscere la discalculia
Per individuare questo disturbo, occorre prestare attenzione agli errori che, più di frequente il bambino che ne è affetto, commette. In particolare:
- nell’applicazione di strategie e di procedure e
- nel recupero di fatti aritmetici, poiché difettoso il “magazzino dei fatti aritmetici”.
- Il bambino manifesta, ancora, difficoltà visuo-spaziali. Ovvero, non discrimina correttamente destra e sinistra e ha problemi di orientamento. Tutte situazioni che possono influire sulla lettura e scrittura di numeri (ad esempio, 51 è letto come 15) e sull’incolonnamento delle operazioni.
Lo studente discalculico spreca molte energie anche per eseguire operazioni semplici oppure le esegue molto più lentamente rispetto ai suoi coetanei.
Altre difficoltà implicate nella discalculia
Inoltre, il bambino con questo deficit può presentare difficoltà
- nell’uso dei simboli e nello svolgimento di operazioni matematiche.
- Ancora: difficoltà percettivo–motorie,
- legate alla dominanza laterale non adeguatamente acquisita,
- di organizzazione e di integrazione spazio-temporale.
- Chiudono il quadro i deficit di memorizzazione e
- di esecuzione di consegne in sequenza.
Che fare?
Della discalculia si sa meno di quanto non si sappia sulla dislessia. Quindi, inferiori sono gli strumenti a supporto di famiglie e insegnanti per una riabilitazione del deficit. E’, dunque, un campo d’indagine troppo recente che necessita di altri studi e altre ricerche. Quello che sappiamo, tuttavia, può essere sufficiente per ideare degli interventi. All’insegnante, così, è richiesto uno sforzo per riconoscere precocemente ogni disturbo dell’apprendimento in modo da adottare strategie didattiche che aiutino l’alunno a superare le difficoltà. Specie se questo processo deve mettere il bambino al riparo da traumi e situazioni ansiogene. Situazioni a cui può andare incontro quando il suo repertorio individuale di strategie cognitive viene stimolato per arrivare ad un apprendimento e ad un problem solving più efficace.
Solo in questo modo sarà possibile trasformare lo stile cognitivo dell’allievo da passivo e dipendente ad autonomo e indipendente.
La Musicoterapia per la discalculia
Una possibilità di intervento a contrasto della discalculia a scuola lo offre la regina delle Arti Terapie, la Musicoterapia. L’utilizzo della musica, infatti, in un ambiente piacevole e divertente, consente di strutturare esercizi-gioco, con tecniche creative e di didattica musicale di base, che favoriscano l’acquisizione ed il consolidamento delle competenze matematiche. Il ritmo, ad esempio, aiuta a contare, spesso senza dover necessariamente tenere a mente i numeri. Vediamo qualcosa insieme.
Le attività che riporto come guida per l’insegnante sono state pensate da Vincenzo Pescatore, Maria Porreca e Maria Rita Fusco, allievi della sede di Lecce del corso di formazione di Artedo in Musicoterapia, per ragazzi tra i 7 e i 10 anni di età .
1. Per la coordinazione oculo-uditiva e sul senso della grandezza
Il gruppo è disposto in cerchio intorno ad uno strumentario musicale Orff (vedi foto). I ragazzi si presentano con il nome, un gesto ed suono. Successivamente il conduttore divide i bambini in 4 gruppi per affinità di timbri di strumenti scelti (pelli, metalli, legni ecc.). Suonano insieme quattro bambini per volta, uno da ogni gruppo. Al termine, l’insegnante avrà stabilito che, ad esempio, gli strumenti più piccoli e leggeri vengano riposti in un angolo della stanza, mentre i più pesanti e grandi in un altro angolo. Poi, i gruppi si invertono. Così i quattro di ogni gruppo, mentre gli altri attendono, andranno a prendere i nuovi strumenti da dove era stati riposti, ciascuno sapendo di dover prendere un solo tipo di strumento ma di doverlo recuperare da angoli diversi della stanza. Naturalmente, a seconda, che si scelga uno strumento piccolo o grande.
2. Battere il ritmo
Basta un tamburo da suonare prima in un ritmo binario e poi ternario per far discriminare tempi diversi e numeri diversi. I ritmi pari, infatti, sono diversi da quelli dispari. Per tenere il passo occorre discriminarli. Mentre l’insegnante suona, la classe esegue dei piccoli passi o saltelli al ritmo, cercando di stare nelle diverse battute. Il bambino inizialmente deve tenere a mente il conto. Poi diventerà automatico. Associando, infine, il tempo pari a quello dispari, ogni partecipante dovrà sommarli per stare nel tempo. Il nuovo tempo, spontaneamente acquisito alla lunga, aiuterà il bambino discalculico con naturalezza.
3. Coordinazione motoria, spaziale e sequenziale
Il conduttore scandisce un tempo lento in quattro movimenti, scandendolo con un tamburello ed un battente. Ad ogni colpo sul tamburello deve corrispondere un passo di ogni bambino. La consegna è che i bambini non debbano mai toccarsi tra loro. Il conduttore alterna un ritmo lento ad uno veloce. Se si ferma, il gruppo va in stop. Poi, inizia a contare ad alta voce i battiti, associando, ad esempio 1, 2, 3, e 4 al movimento lento e 5, 6, 7 e 8 a quello veloce. Dopo ogni pausa annuncerà che riprenderà dal ritmo lento o da quello veloce, associando ad ognuno la sequenza numerica stabilità. Poi chiederà al gruppo di contare ad alta voce mentre egli suonerà soltanto. Può così giocare con i ritmi creando sequenze o figurazioni numeriche variabili.
4. Quale numero manca?
Il conduttore, l’insegnante, prende battente e xilofono (o metallofono, come nella foto) e suona la scala di Do in senso crescente o decrescente. I bambini sono ad occhi chiusi, seduti in cerchio. Al posto delle note, dopo alcuni minuti, propone i numeri da 1 a 7 e, in senso decrescente, da 7 a 1. Poi, suona senza associare più i numeri ma saltando, ogni volta, una nota, sia nella scala crescente che decrescente. Al termine di ogni scala potrà chiedere al gruppo, che terrà in memoria il movimento musicale, quale numero sia stato omesso.
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