Quando arriverà il nostro momento? E’ la domanda che si fanno i due protagonisti del film Scemo e più scemo, proprio mentre un’opportunità passa loro accanto. Senza, tuttavia, che se ne accorgano. Quanti treni perdiamo in attesa che si verifichino esattamente tutte le condizioni che consideriamo perfette? Il punto è che le condizioni perfette non esistono: bisogna crearsele. Tuttavia, i più restano ad aspettare che il loro talento venga scoperto e trascorrono il tempo a lamentarsi invece di agire. Ecco le dieci scuse più popolari, secondo una studio pubblicato nel 2016 sulla rivista Millionaire, che scoraggiano dal passare all’azione. E i dieci consigli per tradurre le sfide in opportunità.
Ipse dixit
“Che le cose stiano così non vuol dire che debbano andare così. Solo che, quando c’è da rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare. Ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare.” La frase è di Giovanni Falcone.
Allora, vediamo cosa scatta nella mente di chi preferisce stare a guardare invece di mettersi in proprio e cambiare il proprio destino.
Aspetto il momento giusto
Ma esiste davvero il momento giusto? O, nel corso della nostra vita, molte possibilità ci sono passate davanti agli occhi senza che, a nostro avviso, fosse il tempo ideale per coglierle al volo? Che cosa intendiamo per “momento giusto”? E’ forse il momento in cui ci rendiamo conto che sono fallite tutte le altre opportunità? Allora, sarebbe meglio dire che aspettiamo un’ultima spiaggia, una mancanza di alternativa. Ma una scelta non è questo. Il momento giusto è tutte le volte che ci chiediamo se lo sia. Sempre che lo vogliamo davvero.
Perché il momento perfetto non si presenterà mai ma saremo noi a farlo diventare. Il vento dei tempi dice che questo preciso momento lo è ma…”oggi non lavoro e non posso permettermelo. Quindi, aspetto di lavorare per poi dire di non avere più tempo!”. E se il momento di progettare un futuro di successo fosse proprio questo? Certo, accontentarsi fa stare tranquilli ma non consente di raggiungere i sogni.
E se poi fallisco?
Ma chi è che non ha paura di non riuscire? Gli esperti la chiamano propensione al rischio e la annoverano tra i 5 requisiti del successo, insieme a
- desiderio,
- ambizione,
- perseveranza e
- diligenza.
Senza prendersi qualche rischio non arrivano risultati. Senza correre rischi esiste, anzi, esisteva, solo l’idea comune del posto fisso. Ma torneremmo alle premesse di questo discorso. Inoltre, la paura è salvifica, poiché appartiene a tutti i più grandi. Chi tra Jobs, Edison, Gates non ha avuto paura di fallire? Ma questi signori sono andati oltre e hanno scritto la storia.
Non ho chi mi aiuta
Certo, potrebbe essere importante avere chi ci aiuta. Ma possiamo anche prendere spunti e lanciarci. Tanti giovani hanno avuto successo affermandosi come blogger, youtuber o inventando dal nulla professioni a basso costo. Con internet, esistono anche i programmi di affiliazione che fanno guadagnare bei soldi da casa con le recensioni. Se no, esistono anche organizzazioni che forniscono tutto e che sono lì per questo. Basta affidarvisi con umiltà. Quando ci accingiamo ad una scelta importante, come avviare la nostra impresa, inoltre, l’idea può anche venire da esempi illustri o da un mentore.
Ci vogliono tanti soldi
Il binomio mettersi in proprio-investire somme cospicue non è sempre vincente. Esistono esempi di imprese in cui non sono richiesti investimenti. In genere, si può anche partire con poco. Più spesso è utile individuare segmenti “nuovi” in cui inserirsi, investendo il proprio tempo e risorse economiche contenute ma ad elevata redditività. Aprire, ad esempio, un’associazione (o una cooperativa) per operare nel terzo settore, quello dei servizi alle persone, permette di cogliere le opportunità della progettazione sociale o quelle dell’autofinanziamento. Specialmente se si entra in network già attrezzati e avviati. Artedo, ad esempio, fa scuola per costituire imprese etiche per la sharing economy.
Non so come iniziare
Il punto è che, molte volte, si sceglie di non iniziare perché non si intravede il gradino più alto. Ma è naturale che non accada. Chi si aspetta già prima di partire di vedere quello che c’è in cima, presto si arrende perché deluso dai tempi e dall’impegno che ci vogliono. In genere, è un finto problema. Volete una prova? Conoscete qualcuno che ha avuto successo? Allora, andate a parlarci. Oppure lasciatevi guidare da un mentore, da qualcuno di cui vi fidate e che fa qualcosa che vi piaccia.
Però, non state a pensarci troppo su: chi aspetta tutti i comfort per decidere, non decide mai o prende la decisione sbagliata. Quindi, fidatevi un po’ di più del vostro intuito e delle vostre passioni. Saranno loro a guidarvi. E, nel volgere di poco tempo, il primo passo sarà compiuto e l’orizzonte inizierà a delinearsi.
Mi mancano le competenze
E’ un timore naturale. Perciò, consiglio di partire sempre da ciò in cui si è davvero bravi e preparati. Le passioni e le competenze pregresse sono, come al solito, la guida per eccellenza. Un po’ di inventiva, poi, servirà a individuare e circoscrivere un segmento in cui ancora non si è inserito nessuno. Provate lì. Non è detto che dobbiate scoprire o inventare per forza qualcosa di nuovo.
Potrebbe bastare fare diversamente quello che altri già fanno con successo. Diversamente, guardatevi intorno: esistono ambiti nei quali, lavorando in team, non servono grandi competenze per inviare. Con il tempo, le acquisirete grazie all’esperienza. In ogni caso, esistono sempre i corsi di formazione per rimediare.
Non ho il tempo
Se vi state rispondendo così, allora, chiudete questa pagina. Quello che abbiamo detto fin qui non fa per voi. Oppure, potrebbe essere che stiate cercando nella direzione sbagliata. Nessuno ha tempo per fare ciò che non ama. Allora, sarà forse vero che occorrerà pensarsi realizzati praticando professionalmente una passione? Se accade (e deve accadere per puntare al successo), il tempo lo si trova.
Diranno che sono pazzo
Beh, lo dicevano anche di Galileo, Bill Gates e Steve Jobs: in fondo, tutti gli innovatori sono creativi al punto di apparire anche folli. Ma solo perché hanno le visioni che altri non si concedono.
È troppo tardi
Niente di più falso. Oggi si vive molto più a lungo di un secolo fa. E si andrà in pensione dopo aver passato al lavoro i 4/5 della nostra vita. Dunque, non è mai troppo tardi. Ci si può inventare o reinventare a qualunque età. Sempre che lo si desideri…
Non ho ciò che serve per iniziare
Si può sempre iniziare con ciò che si ha, stringendo alleanze sui territori per completare la lista dell’indispensabile. Del resto, le alleanze aiutano a farsi conoscere, a trovare i primi clienti e a gettare le basi per la costituzione di un nostro network di relazioni. E’ così che si costruisce un successo dal nulla.
Le scuse non finiscono qua. Ci sono pure la crisi e la concorrenza. Ma queste meritano un approfondimento a parte.
Ma, anche in questo caso, è solo questione di prospettiva. Agire, però, è… tutte le risposte!
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