Artedo, art of innovazione. Con la Legge 4/2013 (Disposizioni in materia di professioni non organizzate in Ordini e Collegi), traguardo storico atteso per quasi trent’anni, e le prime Norme Tecniche emanate dall’UNI, Ente Nazionale di Unificazione Normativa, cambia lo scenario delle nuove professioni. Vale per la Naturopatia (anch’essa di nostro interesse), ad esempio, come per i Tributaristi, per gli Amministratori di Condominio e per tanti altri professionisti senza Albo. Tra le Norme Tecniche UNI di maggiore interesse per Artedo, presente, mio tramite, su tutti i Tavoli Tecnici per la Normazione volontaria in rappresentanza congiunta con Confartigianato Imprese, c’è di sicuro quella per il settore delle Arti Terapie. A queste ultime mi riferirò in maniera prevalente, data la mia predilezione e la mia formazione.
Aprire una Scuola di formazione in Arti Terapie con Artedo.
Il nuovo stato di cose, d’altro canto, in odore d’Europa, apre importanti prospettive d’impresa nel mercato della formazione dei nuovi professionisti. Così, proverò a dare ai miei lettori, ai corsisti che affidano a me, come Presidente di Artedo, il più importante ente di formazione in Arti Terapie d’Italia, la loro fiducia per il futuro professionale, nonché agli appassionati, il mio personale punto di vista su questo momento storico.
Gli obiettivi
Obiettivo è, in prima battuta,
- rispondere alla domanda: “Che cosa cambia adesso nel mondo delle professioni e, con uno sguardo alle imprese ed al mercato del lavoro, nel panorama nazionale della formazione?” Lo farò, con la formula della domanda e della risposta, da imprenditore, da fondatore di un’Associazione di categoria e da referente istituzionale per le nuove professioni di uno degli enti più rappresentativi in Italia della PMI, Confartigianato Imprese, e (perché no?) anche da Arti Terapeuta, affinché la mia preparazione in materia, risultato di un’esperienza trasversale, fornisca la spiegazione più semplice alla suggestione di successo che evoca l’idea della Scuola Diffusa 2.0 (ne parlerò in seguito) quale massima espressione dell’Impresa Etica di Artedo.
- Successivamente, invogliare i lettori a chiedermi come fare ad entrare in rete con noi, aprendo una Scuola di Formazione con Artedo.
Iniziamo, dunque.
La Legge 4/2013 riconosce le nuove professioni?
È anche così. Nel senso che la Legge 4/2013 non riconosce esplicitamente le professioni come l’Arteterapeuta, il Naturopata o il Counsellor. Le disciplina. Ovvero, con le “Disposizioni in materia di professioni non organizzate in ordini o collegi” riconosce ai professionisti di tutti i settori mai normati in precedenza, e come tale non iscritti in Albi, il loro status. E questo vale per tutti. Basti pensare che l’UNI, l’ente nazionale per la stesura delle norme tecniche volontarie di settore ha circa 80 proposte di norme per altrettante professioni da evadere.
Perché Artedo rappresenta un’opportunità
Artedo è un’associazione nazionale di promozione sociale che ha, nella sua mission, lo scopo di diffondere la cultura e la formazione nelle Arti Terapie (Musicoterapia, Danzamovimentoterapia, Arteterapia e Teatroterapia). Con la nascita del Protocollo Discentes, l’innovativo sistema didattico che è alla base dell’idea stessa di fare Impresa Etica nella formazione delle nuove professioni (poiché mutuabile anche su altre professioni, come Naturopatia, Comunicazione Professionale, Crescita Personale e Coaching, Counseling ecc. data la modalità mista su cui si fonda, tra apprendimento teorico online e pratica in presenza), arrivano opportunità diverse, realizzate e da realizzarsi in partnership con altri enti che vorranno segnalarsi per utilizzare il nostro sistema didattico che è facilmente adattabile ad ogni esigenza formativa di ogni categoria professionale. Inoltre, essendo partner di Confartigianato Imprese, il mercato del lavoro e l’occupazione dei giovani sono temi attuali per Artedo che cura molto gli intessi delle imprese di domani.
L’idea vincente di Artedo
Le premesse sono quelle create dalla citata Legge n. 4 del 14 Gennaio 2013. Con l’approvazione delle Disposizioni in materia di professioni non organizzate in Ordini e Collegi, infatti, il Legislatore apre il mercato del lavoro a tutte quei professionisti in possesso di competenze non formali, frutto della pratica e dell’esperienza. In nome di questa libertà fiorisce una nuova generazione di esperti a cui è demandato il compito di farsi valere nel mondo del lavoro sulla base delle proprie capacità di fare, senza vicoli di conoscenze tecniche formali. Artedo raccoglie la sfida e si colloca al centro di questo universo, proponendo un proprio modello per creare nuova impresa, denominato, per l’appunto, Protocollo Discentes, attraverso l’apertura di scuole per la formazione dei nuovi professionisti. Una formazione flessibile, dinamica, vantaggiosa e di facile accesso, erogata in partnership con associazioni, cooperative ed enti che diventano Imprese Etiche, a loro volta creatrici di imprese etiche. Soprattutto, aperta a tutti.
Definiamo l’Impresa Etica
È molto semplice: oggi Artedo, un’Associazione Nazionale, propone un’idea suggestiva per sfidare il momento di difficoltà dell’economia italiana. Acquisisce il partenariato di altre associazioni e cooperative (che si associano ad Artedo), desiderose, da una parte, di soddisfare i bisogni delle fasce deboli, formando i professionisti della relazione d’aiuto e del sociale, sapendo che importanza ha ormai acquisito il Terzo Settore nel nostro Paese (destinatario di enormi risorse da parte dell’UE); dall’altra, di sviluppare economie etiche, attraverso un sistema che ripartisce e condivide con il territorio la ricchezza che è in grado di produrre, sia in termini materiali che morali. Né bisogna stupirsi se si parla d’impresa in riferimento ad associazioni: è lo stesso legislatore che, nella Legge 4/2013, richiede agli enti che si proporranno di rappresentare le istanze dei nuovi professionisti di possedere la struttura dell’impresa.
La partnership con Confartigianato Imprese
Dal dicembre 2012 esiste un protocollo d’intesa tra Artedo e Confartigianato Imprese. Ed io ho l’immenso piacere e l’onore di rappresentare questa coalizione sui tavoli per la stesura delle norme tecniche di settore presso l’UNI, l’ente preposto dallo Stato alla rilevazione dei bisogni delle nuove professioni, finalizzata all’elaborazione, in condivisione con gli stakeholders per ogni categoria, di norme attuative a carattere volontario. Insieme rappresentiamo l’impresa di oggi e, soprattutto, di domani, quella che nascerà dall’iniziative dei nuovi professionisti.
L’Impresa Etica crea nuova impresa etica
Il sistema per la creazione d’impresa etica con la formazione dei nuovi professionisti è un circolo virtuoso. Il mio desiderio, infatti, è che i professionisti formati con noi si costituiscano, con il tempo, in imprese etiche per cogliere le opportunità offerta dal Terzo Settore e da ogni possibile idea che nascerà in seno all’impresa, nel senso più pieno e vero del termine. Se ben formati, come assicurano i modelli didattici adottati, che oggi hanno generato qualificazioni di livello europeo e partnership con il sistema Universitario, saranno i nuovi operatori che progetteranno interventi, spendendo al meglio le proprie competenze, e formeranno a loro volta nuove professionalità. E così all’infinito.
Il Protocollo Discentes
È un Sistema per la Creazione d’Impresa Etica nel campo della formazione delle nuove professioni. In sé offre l’opportunità ad associazioni, cooperative ed enti di avviare scuole di formazione in partnerhip con Artedo, promotore del progetto (per ora in Italia, benché sia già nel cassetto un progetto internazionale), anche in assenza di specifiche competenze tecniche nei vari settori d’interesse. Un ente che vogli avviare la propria impresa etica nella formazione in Arti Terapie, in Naturopatia o anche in altri settori soggetti alla Legge 4/2013 e alla normazione volontaria UNI, ad esempio, può diventare Scuola di Formazione con noi, grazie all’adozione del modello didattico innovativo che non lo vincola al possesso delle conoscenze pregresse, poiché tutto il now how viene fornito da Artedo e dai partner tecnici scelti per i vari settori. Così, noi eroghiamo una parte della formazione, quella basata sullo studio dei materiali documentali a distanza, mentre il partner tecnico eroga il resto della formazione in presenza, per il tramite di docenti e di modalità didattiche proprie, approvate da Artedo e allineate con la metodologia generale di Artedo che assicuri la medesima qualità di quanto già realizzato in settori che, come le Arti Terapie, rappresentano il “core”.
Approfondiamo
Un sistema didattico innovativo come il Protocollo Discentes, basato su una modalità mista di apprendimento, tra laboratori in presenza e studio a distanza, incontra il territorio e le sue necessità su più aspetti. Innanzi tutto, la facilità di accesso permette a realtà strutturate o non ancora organizzate di plasmarsi sul modello aziendale, formando i nuovi professionisti della relazione d’aiuto. Pensiamo agli arteterapeuti, ai counsellor e ai naturopati, il cui lavoro risponde ai bisogni di servizi di qualità da parte del territorio. Al tempo stesso, abbatte i costi della formazione, rendendola accessibile a tutti, ma senza togliere nulla ad una formazione di primissimo ordine. Dunque, incontra i bisogni delle fasce deboli e sfida il momento di difficoltà che attraversa l’economia mondiale, generando nuove opportunità condivise. In più, e solo questo basterebbe a giustificare l’attribuzione etica, assicura la conformità dei percorsi formativi alle norme tecniche UNI per i vari settori, l’inserimento delle imprese e dei professionisti formati nei sistemi di certificazione e l’accesso diretto ai registri professionali, secondo quanto stabilito dalla Legge 4/2013. Aggiungiamo anche dei dati statistici: attualmente il mercato della formazione ha un’incidenza del 20% circa sul PIL del nostro Paese. Con la liberalizzazione delle professioni, prolifereranno talmente tanti di quei corsi che, tra qualche anno, il Terziario Avanzato potrebbe addirittura diventare il settore trainante dell’intera economia nazionale. Ecco perché è il momento giusto per fare impresa nella formazione, meglio se impresa etica, seguendo una proposta innovativa come la nostra che non ha precedenti.
Il ruolo dell’UNI
Per comprendere l’importanza del ruolo dell’UNI, suggerisco la lettura di questa mia intervista. In sintesi, di fatto, il Legislatore individua nell’UNI l’ente di raccordo tra tutti i massimi esponenti nazionali di una data professione che richiedano di autodisciplinarsi. Ribadisco: in maniera del tutto volontaria. Vuol dire che chiunque eserciti una delle nuove professioni senza aderire ad una norma tecnica UNI non infrange alcuna legge, benché l’esistenza di una norma volontaria sia comunque uno spartiacque importante, poiché i professionisti conformi e certificati ai sensi della stessa dovranno essere inseriti in registri pubblici sul web per favorire la conoscibilità della formazione di ciascuno da parte dell’utenza, per combattere abusi di professione e improvvisazione.
Le nuove professioni
In realtà, è anche un campo minato quelle delle nuove professioni, perché il professionista certificato, per poter esercitare, è come se dovesse “uscire allo scoperto”, è come se dovesse alzare la mano in un’assemblea e dichiararsi, visto che i registri saranno pubblici e le informazioni sugli aderenti accessibili a tutti. Questo vuol dire che dovrà aprire anche la partita Iva. E con il regime d’imposizione fiscale che abbiamo in Italia, non siamo in grado di prevedere in quanti seguiranno la strada tracciata dalla Legge 4/2013 e quanti si avvarranno della facoltà di non farlo. Il punto è che bisogna comprendere se giocherà un ruolo fondamentale nella cultura dei nuovi professionisti la paura di allinearsi al sistema fiscale che comporta l’iscrizione nei registri o l’abissale differenza tra certificazione e non. La mia impressione in proposito è che ci troviamo di fronte ad una volontarietà fittizia, ad una obbligatorietà camuffata da volontarietà, visto che gli operatori che non si certificheranno, di fatto, con il tempo saranno messi a margine del mercato.
E’ obbligatorio certificarsi?
Lo chiedono in molti ma la risposta è un secco “no”. Ogni operatore può decidere se conformarsi alla norma tecnica del proprio settore oppure no. Nel caso si rifiutasse, continuerà a svolgere la professione come accaduto fino a prima dell’entrata in vigore della Legge. Se volesse farlo, avrà diritto al riconoscimento dello status di professionista e, come tale, soggetto alla disciplina della norma e dell’eventuale certificazione che, a sua volta, rappresenta una ulteriore qualificazione. Egli potrà così dichiarare, in tutti i suoi documenti, di essere “professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013”. Dovrà aprire una propria partita IVA, avere la firma digitale ecc.. Ritengo che per i primi anni in molti sceglieranno la prima strada ma, col tempo e con la diffusione della cultura della qualità, si convinceranno a spostarsi verso la certificazione delle competenze. Con tutto quello che ne consegue.
Aderire ai principi delle Norme Tecniche è obbligatorio?
No, non lo è ma, come spiegavo prima, di fatto, è come se lo fosse. Il Legislatore ammette tutti ma demanda agli organismi tecnici competenti la stesura delle norme volontarie per ogni settore e, successivamente, la certificazione delle competenze. Chi vorrà certificarsi ai sensi delle norme, senza aderire a nessuna associazione o iscrivendosi a qualcuna tra quelle iscritte, a loro volta, nei registi pubblici del MISE (impegnandosi, dunque, a svolgere formazione continua, a rispettare un codice etico ecc.), otterrà il riconoscimento di una “Qualifica”, equiparata al sistema europeo di qualifica della formazione EQF. Chi non vorrà certificarsi, parimenti, sarà libero di farlo. Le associazioni alle quali aderiranno i professionisti come in quest’ultimo caso, potranno rilasciare una “Attestazione di primo livello”, ovvero di conformità con i principi della medesima associazione (se iscritta al MISE). Essi saranno tenuti a rispettare le regole delle associazioni alle quali aderiranno ma potranno non assoggettarsi alle indicazioni espresse nei dispositivi di certificazione. Il discorso, dunque, vale per professionisti ed associazioni. Ognuno potrà scegliere in totale autonomia da che parte stare, benché ottenere certificazione e qualifica abbia un valore diverso, sul piano formale, dal non possederle.
La tutela dell’utenza
Come sempre, ci sarà chi vorrà aderire ai massimi principi della Normazione volontaria e chi no ma la loro esistenza sarà un inequivocabile deterrente per chi opera senza cognizione di causa, senza essere in possesso dei requisiti per l’esercizio delle nuove professioni. E’ proprio questa la tutela per l’utenza, poiché i professionisti potranno riunirsi in associazioni professionali per l’istituzione di registri pubblici e per farsi certificare da enti terzi super partes. Mi riferisco, oltre che all’UNI, al CEPAS e agli altri enti di certificazione accreditati ad ACCREDIA, e ai registri pubblici delle associazioni professionali accreditate al Ministero per lo Sviluppo Economico. Per non parlare dello Sportello del Consumatore che le Associazioni Professionali sono tenute a istituire: il Legislatore ha pensato a tutto per la tutela dell’utenza. Una norma volontaria, infatti, permette a tutti di scegliere se uniformarvisi ma la pubblicazione su siti web (del MISE e delle varie associazioni professionali) degli elenchi degli operatori certificati ai sensi della stessa norma aiuterà l’utenza ad individuare chi sia meritevole di fiducia e chi no.
Le Norme UNI e l’Europa
Noi confidiamo molto che l’UE segua le buone prassi messe in campo dal nostro Paese. E accadrà naturalmente che il nostro sia un precedente importante per gli altri Stati. Associazioni professionali, ad esempio, francesi, potranno rivolgersi alle proprie istituzioni per richiedere una norma sulla base di quella italiana o, viceversa, agganciarsi alla nostra norma per tutti i casi di vacatio legis.
La Scuola Diffusa 2.0 di Artedo
È una visione e, nello stesso tempo, il futuro della formazione. Artedo è a più livelli un precursore dei tempi: abbiamo anticipato di anni l’uscita delle norme di settore, dicendo esattamente ciò che oggi dice la Legge 4/2013. Oggi diciamo pure che la strada dell’innovazione è la strada del futuro, anche nella formazione dei settori più tradizionali, sapendo che si realizzerà. Di fatto con la Scuola Diffusa 2.0 nasce un network italiano tra Scuole di formazione che creano, tutte insieme, un’unica grande scuola con un’offerta formativa illimitata a disposizione degli allievi. Naturalmente, tutte le scuole che compongono la Scuola Diffusa aderiscono alla didattica del Protocollo Discentes per i vari settori di pertinenza: in tal modo, un’unica scuola, grande come l’Italia, dispensa i medesimi livelli di formazione in ogni sua agenzia territoriale e garantisce la libera circolazione degli allievi, per lo scambio e la condivisione delle esperienze, aspetti che sono il valore aggiunto e, talvolta, quell’arricchimento che manca nei corsi universitari di stampo classico.
Il progetto pilota è stata la “Scuola Diffusa Arti Terapie 2.0”. Oggi abbiamo mutuato l’iniziativa anche nella Naturopatia e siamo pronti anche per altre discipline. Nelle Arti Terapie, agli allievi delle scuole aderenti la possibilità di frequentare tutte le attività didattiche organizzate in tutte le città d’Italia. Un allievo può, dunque, personalizzare il suo piano di studi, inserendovi non solo le attività curriculari della sede di appartenenza ma anche quelle di altre sedi, senza costi aggiuntivi e senza limiti di ore di formazione.
Per questo sono certo che stiamo formando i professionisti più preparati che opereranno nel nostro Paese.
L’offerta per fare impresa con Artedo
Oggi i partner di Artedo possono erogare corsi di formazione in Arti Terapie (Musicoterapia, Arteterapia, Teatroterapia e Danzamovimentoterapia) aprendo scuole in esclusiva provinciale in tutta Italia in conformità con il Protocollo Discentes. A breve anche in Naturopatia. Poi si vedrà per il resto.
Per l’estero, siamo già pronti per l’attivazione di corsi di Arti Terapie in lingua francese, inglese e spagnola. Mentre, a breve, altre offerte formative saranno disponibili.
I detrattori parlano di scuole in franchising
Certo che lo fanno. Ma, anche se non ci sarebbe nulla di male a creare un franchising (che, tuttavia, non nasce in seno ad un’associazione), non lo è affatto. Il Protocollo Discentes è un sistema associativo, non un franchising. I nostri partner sono soci, con clienti o (peggio) procacciatori di affari. Cioè, Protocollo Discentes non è uno strumento commerciale. Il senso dell’iniziativa è mettere a disposizione della diffusione della cultura delle nuove professioni, come le Arti Terapie e la Naturopatia – e per incentivare il loro riconoscimento formale, che passa da una capillare articolazione delle scuole di formazione e della veicolazione di un messaggio di alta professionalità – una metodologia didattica, all’interno della quale i partner che hanno fondato i modelli teorici di riferimento, ciascuno per la propria disciplina, fanno convergere anni di professionalità, ricerca ed esperienza applicativa. Tutto qua.
Il Coud di Artedo
Online si studiano solo le materie teoriche, mentre in presenza sarà necessario svolgere la formazione laboratoriale che, nelle nostre discipline, è imprescindibile. Il Protocollo Discentes è un modello integrato di formazione, tra studio a casa e attività in presenza: noi forniamo la piattaforma per lo studio a distanza, le sedi che aderiscono forniscono le attività in presenza (di laboratorio), che confluiranno in un unico calendario nazionale che sarà disponibile sul nostro sito, ed un tutor per monitorare lo studio degli allievi di quella determinata sede. Ciò crea un circuito nazionale di scuole che aderiranno ad un calendario unico (quello della Scuola Diffusa 2.0, appunto) e che permetta ad ogni allievo di scegliere la sede più vicina o quella più interessante dove completare la propria formazione in presenza, integrando al meglio la formazione offerta, in prima battuta, da ogni sede territoriale ai propri iscritti. Insomma, libero mercato, libera circolazione ma all’interno di un sistema circoscritto, monitorato e professionale: tutti gli allievi che vi aderiscono dalle varie scuole si incontrano on line, scambiano esperienze, materiali, conoscenze… Svolgono, dunque, una formazione molto ricca e a costi molto contenuti – dettaglio non trascurabile -.
Lo studio on line e la qualità dei corsi
Noi crediamo che organizzare in modo intelligente lo studio dell’impianto teorico (dispense, monografie, presentazioni in power point, videolezioni, discussioni e test programmati, il tutto on demand, grazie alla nuova didattica LMS) agevoli la programmazione dell’apprendimento graduale dell’allievo, il quale, al termine del triennio (o del quadriennio), avrà competenze che gli permetteranno di relazionarsi ad ogni genere di professionalità. Dalla scuola, con gli insegnanti, ai contesti clinici, con i medici. Ecco perché il Protocollo Discentes per la formazione in Arti Terapie in Italia non è affatto un circuito di affiliazione.
Nessuna competenza tecnica richiesta per aprire una Scuola Artedo?
Molto semplicemente, significa che noi non richiediamo competenze pregresse, poiché siamo noi ad essere in possesso degli strumenti per fornirle. Mi spiego meglio. La competenza tecnica (in arti terapie, in naturopatia eccc.) è sempre e comunque un requisito apprezzato, auspicato ma non fondamentale, poiché tutti i nostri partner che diventano nuove scuole Artedo possono utilizzare il nostro know how e i nostri docenti. Vale a dire che forniamo noi le competenza specialistiche se le nostre sedi ne sono sprovviste. Ecco risolta la questione.
Sul piano organizzativo, inoltre, noi forniamo tutti i supporti all’avvio, dal modello d’iscrizione per gli allievi, al corso per i Tutor on line, dai docenti per le attività in presenza, come detto, ad una vetrina sul web, con pagine dedicate ad ogni nostra associata. Alle nuove sedi sarà necessario che individuino semplicemente uno spazio fisico per le attività di laboratorio. In sisntesi, un’associazione, un ente diventa Impresa Etica e noi forniamo tutto.
Le novità assolute che introduce Artedo
Lo stato dell’arte dice che, ad esempio, l’offerta formativa in Arti Terapie (Musicoterapia, Arteterapia, Danzaterapia e Teatroterapia), in Naturopatia ecc. è affidata a un considerevole numero di Scuole private, in larga parte associazioni, ciascuna delle quali con un proprio modello di riferimento e con una propria struttura didattica. Prima dell’entrata in vigore della Legge 4/2013, e per larga parte anche oggi come in futuro, poiché è del tutto volontaria la conformità alle Norme Tecniche UNI per i vari settori, ad ogni Scuola veniva (e viene tuttora) lasciata la facoltà di stabilire autonomamente la durata della formazione, le materie di studio, le competenze dei docenti, il titolo rilasciato, se svolgere supervisioni e tirocinio, le modalità di valutazione della formazione, i requisiti d’accesso degli allievi, ecc..
Per la prima volta, grazie alle novità che abbiamo introdotto, le scuole Artedo:
- adeguano la formazione alle indicazioni della Norma Tecnica per ogni settore (il che è in sé una garanzia per chi si forma nelle nostre Scuole);
- preparano i corsisti a sostenere l’esame di certificazione in basa alla Norma ISO 17024 (per la convalida in Europa delle competenze);
- erogano una formazione on demand. Cioè, un allievo inizia a studiare da quando vuole e lo fa compatibilmente con i propri impegni e con il proprio tempo a disposizione. Benché, infatti, ci siano più avvii dei corsi calendarizzati, di fatto, un allievo può iscriversi in ogni momento, venendo allineato dalla sede a cui richiede di iscriversi al gruppo appena partito o a quello in procinto di partire;
- solo le uniche qualificate da un ente di certificazione accreditato ad Accredia (il Cepas) in Italia (e, che io sappia, nel mondo…ma lo dico sottovoce);
- creano una continuità didattica, voluta dall’Università del Salento, con la cui collaborazione Artedo ha ristrutturato la propria formazione, tra le attività pratiche e quelle teoriche (il cui gap è stato, da sempre, l’ostacolo più grande riscontrato dagli allievi di tutte le scuole di Arti terapie, ad esempio, in Italia);
- essendo agenzie formative d’interesse nazionale (le uniche con questa capillarità, lo ribadisco), confluiscono tutte nella Scuola Diffusa 2.0, con un’offerta formativa illimitata e senza precedenti. E senza nulla chiedere in cambio ai propri iscritti;
- hanno, di fatto, creato un sistema formativo improntato al concetto di edutainmet (formarsi divertendosi) che rappresenta il nuovo modello di fare formazione multidisciplinare, transdisciplinare, con rilascio di competenze, con l’utilizzo delle nuove tecnologie e nel rispetto del principio della leisure (del piacere, appunto), come oggi asseriscono i sociologi che, come Zigmund Bauman, studiano i cambiamenti nella società globalizzata;
- coniugano, in un solo efficacissimo impianto, tradizione con l’innovazione tecnologia. A dispetto dei dinosauri! Grazie a internet, infatti, oggi un allevo può studiare da casa e frequentare tutte le attività di laboratorio organizzate in tutta Italia da tutte le sedi territoriali.
Tutto questo è straordinario e senza precedenti.
Artedo è la scuola del futuro?
Io credo che il nostro progetto sia all’avanguardia, non solo perché permette la libera circolazione degli allievi all’interno di un sistema di Scuole che scelgano di adottare un protocollo comune, snello e dinamico, livellato verso l’alto, ovvero fondato su basi teoriche e scientifiche comuni su cui innestare attività di laboratorio diversificate, in ciascuna Scuola secondo il proprio modello di riferimento. Ma lo credo soprattutto perché ciò non va mai a discapito delle competenze in uscita. Il nostro protocollo, anzi, mira a garantire che le stesse siano consolidate e spendibili, grazie ad uno studio del materiale documentale calibrato sulle attività in presenza, al pari del monitoraggio e delle verifiche sulla crescita personale e professionale di ogni allievo. L’uso della piattaforma e-learning, poi, non è altro che il risultato dell’esigenza di essere al passo con i tempi: sappiamo che prendono sempre più piede le nuove tecnologie in tutti i corsi di studi, Università comprese, e che il futuro va in questa direzione. Non abbiamo fatto altro che coniugare correttamente i due momenti. Quindi, sì: Artedo è la Scuola del futuro.
Cosa occorre fare per aprire una Scuola Artedo?
Pochi passi soltanto:
- andare sul sito Scuole di ArtiTerapie di Artedo;
- compilare il form e inoltrare la propria candidatura.
Se nulla osta, la collaborazione è attiva già con firma del modulo di adesione che verrà inviato dalla segreteria di Artedo. Poi seguirà la formazione anche per i direttori di sede, ovvio: dovranno imparare tutto di noi. Ma, in linea di principio, a chi abbia voglia di garantirsi un futuro di successo con noi bastano pochi minuti e pochi semplici passaggi.
Per approfondire l’argomento, clicca sul link che porta alla sezione del sito da cui puoi richiedere informazioni per aprire la tua Scuola di Arti Terapie Artedo.
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