È il tempo delle campagne mediatiche e dei proclami. Contro il femminicidio, contro il bullismo e ogni violenza e discriminazione. Giustissime e necessarie, dati i frequenti e recenti episodi. Adesso forze politiche, giornalisti e addetti ai lavori invocano leggi sull’educazione affettiva e sentimentale a scuola per contrastare l’avanzata di questi preoccupanti fenomeni sociali: il benessere emotivo e sociale degli studenti è diventato, all’improvviso (ma solo per qualcuno), di grande interesse nazionale. In realtà, lo è sempre stato, per il successo a scuola come nella vita dei futuri cittadini, solo che adesso che scende in campo la politica, ci accorgiamo di quanti esperti, di cui fino a ieri ignoravamo l’esistenza, ci siano in giro, nelle piazze, in TV e sul web. Viene da chiedersi dove fossero tutti cinque, dieci anni fa, quando eravamo in quattro gatti, idealisti e sognatori, con i piedi fuori dalla realtà (“perché la scuola ha bisogno d’altro”, dicevano), a parlarne. Non c’era ancora questa emergenza? Ma era chiaro che, presto o tardi, dovesse arrivare.
La scuola cambia
Non tutto questo tempo, tuttavia, sembra essere trascorso invano. Così, in questo pazzo mondo in rapida evoluzione, sembra finalmente arrivata a tutti la consapevolezza che l’educazione non possa limitarsi alla sola trasmissione di conoscenze tecniche ma che debba, necessariamente, anche riguardare competenze di vita trasversali, più ampie, incentrate sulla persona e sulle sue capacità relazionali, per colmare le tante lacune di un incalzante analfabetismo emozionale.
Ma l’educazione affettiva e sentimentale può davvero sopperire alla povertà emotiva dei più giovani? E, in ogni caso, chi e come dovrebbe insegnarla? Servirà reclutare nuovi docenti, con quali fondi, o basteranno quelli in ruolo?
Nel video che ripropongo a seguire, ho già espresso il mio punto di vista: i più non hanno neppure idea di che cosa siano l’educazione affettiva e quella sentimentale. E, piuttosto che invocare una nuova legge, sarebbe meglio valorizzare e finalmente approvare la proposta di legge sull’educazione all’intelligenza emotiva che è già negli atti parlamentari dal 13 novembre 2020 e alla quale ho personalmente dato il mio contributo.
Questo per dire che occorre chiarire che cosa siano l’educazione affettiva e sentimentale, perché sia più urgente parlare di educazione emotiva (con la proposta n. 2782 – Disposizioni in materia di educazione all’intelligenza emotiva nelle scuole di ogni ordine e grado – già depositata) e perché l’intelligenza emotiva le comprenda già tutte, oltre a dare qualche idea su come attuarla a scuola.
L’educazione affettiva
L’educazione affettiva si riferisce all’istruzione e alla formazione delle persone riguardo ai propri sentimenti, emozioni e relazioni interpersonali. L’obiettivo dell’educazione affettiva è quello di promuovere la consapevolezza emotiva, l’empatia e la capacità di stabilire relazioni sane e appaganti con gli altri. Si riferisce, prevalentemente, alla pratica di insegnare agli studenti come gestire e esprimere i propri sentimenti in modo adeguato.
Questo tipo di educazione pone l’accento sull’importanza di sviluppare l’intelligenza emotiva, che include l’empatia, la gestione dello stress, la risoluzione dei conflitti e l’autoriflessione. Un approccio efficace all’educazione affettiva può migliorare il benessere mentale e sociale degli studenti, ridurre i comportamenti a rischio e promuovere un clima scolastico positivo. L’educazione affettiva può essere integrata in tutte le materie e in tutte le attività scolastiche, sia formali che informali.
Componenti dell’educazione affettiva
Le componenti dell’educazione affettiva possono essere così riassunte, includere:
- Riconoscimento delle emozioni. Questo implica insegnare agli studenti a identificare ed esprimere le proprie emozioni e a riconoscere le emozioni negli altri.
- Comprensione delle emozioni. I bambini dovrebbero imparare come le emozioni si sviluppano, che cosa le causa e come possono influenzare i pensieri e i comportamenti.
- Gestione delle emozioni. Questa componente include l’insegnamento di strategie per gestire le emozioni intense o negative, come la rabbia o la paura, in modi che siano sani e produttivi.
- Uso delle emozioni. Gli studenti dovrebbero imparare come le emozioni possono influenzare la decisione, il pensiero critico e le altre funzioni cognitive. Ciò aiuta a utilizzare le emozioni in modo costruttivo, invece di permettere alle emozioni di influenzare negativamente il comportamento.
- Empatia. L’empatia implica l’insegnamento di come comprendere e condividere le emozioni degli altri, una competenza che può promuovere le relazioni positive, l’ascolto e la comprensione interpersonale.
L’educazione affettiva, riconosciuta come una componente essenziale dell’educazione globale, con studi che dimostrano i suoi benefici per la salute mentale degli studenti, il successo accademico, le relazioni interpersonali e il benessere generale, può essere integrata in molte aree del curriculum scolastico e può essere praticata attraverso una varietà di attività, come discussioni in classe, role play, esercizi di mindfulness, pratica artistica, lettura di storie e altro ancora.
Fonti
- Salovey, P., & Mayer, J. D. (1990). Emotional intelligence. Imagination, cognition and personality, 9(3), 185-211.
- Goleman, D. (1995). Emotional intelligence. Bantam.
- Elias, M. J., Zins, J. E., Weissberg, R. P., Frey, K. S., Greenberg, M. T., Haynes, N. M., Kessler, R., Schwab-Stone, M. E., & Shriver, T. P. (1997). Promoting social and emotional learning: Guidelines for educators. ASCD.
L’educazione sentimentale
L’educazione sentimentale, per contro, si concentra sull’insegnare alle persone a gestire i propri sentimenti e le proprie emozioni all’interno delle relazioni a due, quelle che potremmo definire relazioni romantiche. Questo tipo di educazione mira a promuovere la comprensione delle dinamiche relazionali, la gestione dei conflitti e la capacità di costruire legami significativi. Mentre, dunque, l’educazione affettiva si concentra sulla consapevolezza emotiva, da una parte, e sulla creazione di un ottimale clima di classe, dall’altra, l’educazione sentimentale si concentra sullo sviluppo delle competenze sociali e relazionali. L’educazione sentimentale insegna agli studenti, in definitiva, come costruire e mantenere relazioni sane, promuovendo la capacità di comprendere e rispettare i sentimenti altrui.
Possiamo, in altre parole, affermare che l’educazione sentimentale mira a sviluppare la capacità di comprendere, esprimere e gestire i sentimenti in un contesto sociale e relazionale. Sebbene abbia molto in comune con l’educazione affettiva e l’educazione emotiva, l’educazione sentimentale si concentra specificamente sui sentimenti come risultato delle relazioni tra le persone.
Competenze chiave dell’educazione sentimentale
Le competenze chiave dell’educazione sentimentale possono essere così riassunte:
- Empatia. La capacità di comprendere e condividere i sentimenti degli altri è fondamentale per le relazioni sane. L’empatia può aiutare a prevenire conflitti, promuovere la cooperazione e favorire un ambiente di apprendimento positivo.
- Comunicazione efficace. L’educazione sentimentale dovrebbe insegnare agli studenti come esprimere i propri sentimenti in modo chiaro e rispettoso e come ascoltare e rispondere adeguatamente ai sentimenti degli altri.
- Autoregolazione emotiva. Questa competenza implica imparare a gestire emozioni e sentimenti, in particolare se dovessero essere difficili o scomodi, come la rabbia, la gelosia o la tristezza.
- Risoluzione dei conflitti. Le competenze nella risoluzione dei conflitti sono essenziali per la gestione delle relazioni. Ciò include l’apprendimento di come negoziare, mediare e risolvere le divergenze in modo pacifico.
- Riflessione personale. L’educazione sentimentale incoraggia a riflettere sui propri sentimenti e su come influenzano le relazioni. Ciò aiuta gli individui a comprendere meglio se stessi e le loro reazioni agli altri.
Un approccio efficace all’educazione sentimentale non si limita a insegnare queste competenze in modo astratto ma le integra in attività pratiche e situazioni reali. Il suo insegnamento può includere la discussione di storie o film, l’uso di ruoli o giochi di simulazione, l’analisi di scenari sociali, l’espressione artistica e la pratica di tecniche di gestione dello stress e di mindfulness.
Fonti
- Weissberg, R.P., Durlak, J.A., Domitrovich, C.E., & Gullotta, T.P. (2015). Social and emotional learning: Past, present, and future. In J.A. Durlak, C.E. Domitrovich, R.P. Weissberg, & T.P. Gullotta (Eds.), Handbook of social and emotional learning: Research and practice (pp. 3–19). Guilford Press.
- Greenberg, M. T., Weissberg, R. P., O’Brien, M. U., Zins, J. E., Fredericks, L., Resnik, H., & Elias, M. J. (2003). Enhancing school-based prevention and youth development through coordinated social, emotional, and academic learning. American psychologist, 58(6-7), 466.
L’educazione emotiva
L’educazione emotiva è, infine, la base necessaria per sviluppare le competenze che afferiscono all’educazione affettiva e a quella sentimentale. Si focalizza sull’insegnare alle persone a riconoscere, comprendere e gestire le proprie emozioni, non solo nelle relazioni interpersonali ma, più in generale, nella vita di tutti i giorni. L’obiettivo dell’educazione emotiva è quello di sviluppare la consapevolezza emotiva (in questo senso, fornisce il vocabolario per sviluppare l’educazione affettiva) e la capacità di regolare le emozioni in modo costruttivo, sia in relazione a se stessi ma anche con gli altri e alle diverse situazioni della vita (in quest’altro senso, fornisce anche le basi per sviluppare l’educazione sentimentale). L’educazione emotiva, in parte simile all’educazione affettiva, si concentra, in altre parole, sullo sviluppo dell’intelligenza emotiva.
Tuttavia, mentre l’educazione affettiva può riguardare una gamma più ampia di situazioni affettive che coinvolgono i sentimenti (fatti di emozione e di ragionamento), l’educazione emotiva si concentra più specificamente sulle emozioni e su come gestirle, poiché mira a insegnare agli studenti a riconoscere e gestire le proprie emozioni, a comprendere le emozioni degli altri e a utilizzare queste abilità per guidare il pensiero e l’azione.
L’educazione emotiva, dunque, in quanto fondamento dell’intelligenza emotiva, più delle altre due forme di educazione può aiutare a prevenire problemi di salute mentale nei ragazzi, a migliorare le relazioni sociali e a promuovere un apprendimento più efficace. E può essere integrate in tutte le materie e in tutte le attività scolastiche, sia formali che informali.
Elementi chiave dell’educazione emotiva
Elementi chiave dell’educazione emotiva sono:
- Riconoscimento delle emozioni. I ragazzi in età scolare imparano a identificare le proprie emozioni e quelle degli altri. Ciò può includere l’apprendimento di un ampio vocabolario di parole per descrivere le emozioni e l’abilità di riconoscere i segni fisici e comportamentali delle emozioni.
- Comprensione delle emozioni. Gli studenti imparano come le emozioni si sviluppano e come possono influenzare i pensieri e i comportamenti. Ciò comprende l’esplorazione delle cause e dei trigger delle emozioni e l’apprendimento di come le emozioni possono influenzare le decisioni e le relazioni.
- Espressione delle emozioni. Gli studenti imparano come esprimere adeguatamente le proprie emozioni in vari contesti sociali. Tale competenza include l’apprendimento di strategie per comunicare efficacemente i propri sentimenti agli altri e l’abilità di esprimere le emozioni in modi che rispettano i diritti e i sentimenti degli altri.
- Gestione delle emozioni. Gli individui apprendono strategie per gestire le proprie emozioni, in particolare quelle intense o negative. Questo può includere l’apprendimento di tecniche di rilassamento, mindfulness, pensiero positivo e altre strategie di autoregolazione.
- Sfruttamento delle emozioni. Gli individui imparano, come già visto per l’educazione affettiva, che le emozioni influenzano decisioni e scelte, il pensiero critico e le altre funzioni cognitive. Ciò aiuta a utilizzare e indirizzare le emozioni in modo costruttivo, invece di permettere alle emozioni di dominare il comportamento.
L’educazione emotiva ha sempre un impatto significativo sul successo degli studenti in vari ambiti. La ricerca ha dimostrato che l’educazione emotiva può migliorare le competenze sociali, la salute mentale, le relazioni interpersonali e la performance accademica degli studenti. Oltre a ridurre problemi come il bullismo, la violenza e i comportamenti a rischio. Il suo insegnamento può prevedere la discussione di storie o film, giochi di ruolo o di simulazione, l’analisi di scenari sociali, l’espressione artistica e la meditazione.
Fonti
- Durlak, J. A., Weissberg, R. P., Dymnicki, A. B., Taylor, R. D., & Schellinger, K. B. (2011). The impact of enhancing students’ social and emotional learning: A meta-analysis of school-based universal interventions. Child Development, 82(1), 405–432.
- Greenberg, M. T., Domitrovich, C., Weissberg, R. P., & Durlak, J. A. (2017). Social and emotional learning as a public health approach to education. The Future of Children, 27(1), 13-32.
In sintesi
In sintesi, l’educazione affettiva, l’educazione sentimentale e l’educazione emotiva, cruciali per lo sviluppo completo e sano dell’individuo e perfettamente integrabili in un approccio olistico all’educazione, hanno tutte un focus sui sentimenti e sulle emozioni ma si differenziano per ambito, obiettivi e approccio applicativo: l’educazione affettiva riguarda le relazioni interpersonali in generale, l’educazione sentimentale si concentra sulle relazioni sentimentali e d’amicizia, mentre l’educazione emotiva si occupa della gestione delle emozioni in un contesto più ampio che funge da cornice ai due contesti precedenti.
L’intelligenza emotiva
L’intelligenza emotiva, concetto introdotto da Peter Salovey e John D. Mayer nel 1990, comprende sia l’educazione affettiva che quella sentimentale ed emotiva. Per questo, essendoci già un proposta depositata, può essere immediatamente introdotta nella scuola italiana. Con enormi benefici. Secondo la definizione che ne danno i due psicologi americani, infatti, essa è “la capacità di monitorare i propri sentimenti e quelli degli altri, di discriminare tra di loro e di utilizzare queste informazioni per guidare il proprio pensiero e le proprie azioni”.
Nel quadro di Salovey e Mayer, come già visto in articoli precedenti, l’intelligenza emotiva è suddivisa in quattro abilità principali:
- Percezione delle emozioni, riferita alla capacità di riconoscere le emozioni in se stessi e negli altri, aspetto fondamentale dell’educazione emotiva.
- Utilizzo delle emozioni per facilitare i processi cognitivi, riferito alla capacità di sfruttare le emozioni per facilitare i processi di pensiero e la risoluzione dei problemi.
- Comprensione delle emozioni complesse, riferita ala capacità di comprendere le emozioni sfumate e le transizioni tra le emozioni, come capire che l’angoscia può trasformarsi in tristezza o rabbia.
- Gestione delle emozioni, intesa come capacità di regolare le emozioni in se stessi e negli altri per raggiungere gli obiettivi.
In questo senso, l’educazione affettiva, l’educazione sentimentale e l’educazione emotiva possono essere considerate come tre approcci complementari per sviluppare l’intelligenza emotiva. Tale competenza, dunque, potendo essere appresa ad ogni età, come dimostrano (tra gli altri) gli studi di Moïra Mikolajczack dell’Università di Lovanio, in Belgio, è auspicabile che entri nel curriculum degli insegnanti che, secondo la Terza Indagine International Civic and Citizenship Education Study, ICCS, ne sono mediamente carenti.
Formazione per i docenti
Il piano di formazione per i docenti, nelle intenzioni della proposta di legge 2782, mira a preparare i professionisti in ruolo, oltre agli aspetti strettamente legati alla conoscenza delle emozioni, in forma teorica e laboratoriale, anche al fine rendere più efficace l’insegnamento, grazie alla didattica dell’intelligenza emotiva, metodologia inserita tra quelle inclusive e innovative d’insegnamento e d’apprendimento. Ma esclude che debbano essere assunti nuovi docenti.
Fonti
- Salovey, P., & Mayer, J. D. (1990). Emotional intelligence. Imagination, cognition and personality, 9(3), 185-211.
- Goleman, D. (1995). Emotional intelligence. Bantam.
- Centonze, S. (2023). L’intelligenza emotiva. Perché è così importante, come può essere sviluppata, dove si applica, Edizioni Circolo Virtuoso, Lecce.
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