Secondo lo psicologo Lucas J. J. Malaisi, autore di “Modalità creativa”, per dare il meglio di noi stessi, pensieri ed emozioni devono essere in armonia, perché da essi dipende l’equilibrio tra sistema simpatico e parasimpatico. Lo scienziato afferma che l’autodialogo, il dialogo interiore, ancorché basato su pensieri positivi, genera emozioni piacevoli e dispone le persone alla modalità creativa, quella ottimale per la ricerca delle soluzioni, le alte performance e la felicità. Per contro, se prendono il sopravvento le emozioni spiacevoli, si attiva la modalità difensiva, inefficace per i nostri obiettivi personali e professionali.
La modalità difensiva
L’attivazione del sistema simpatico pone l’organismo in modalità difensiva, caratterizzata da stress, disarmonia e da emozioni spiacevoli: rabbia, paura, spavento, colpa, dolore, vergogna, tristezza, disgusto, invidia, ansia, angoscia, panico, ecc.. Quando la persona prova una di queste emozioni, tutto l’organismo ne risente, le azioni e le decisioni prese in questa condizione dello spirito risultano inefficaci. Ecco, in sintesi, quello che accade quando siamo nella modalità difensiva:
- L’autodialogo si svolge al negativo e pensieri distruttivi si riproducono.
- A livello biologico, si attiva il sistema simpatico che inibisce il parasimpatico (si attiva l’amigdala che sintetizza sostanze associate alla modalità difensiva).
- L’organismo sperimenta una condizione di emergenza del tipo “combatti o fuggi” (ansia, respiro affannoso, sudore, battito accelerato, blocco della memoria, della creatività e delle capacità di pensiero).
- Le abitudini di pensiero si consolidano.
- La persona assiste alla profezia che si autodetermina (cioè, si realizzano le peggiori profezie intorno alle convinzioni).
La modalità difensiva non è né migliore né peggiore della modalità creativa. Serve, infatti, avere consapevolezza di quello che accade nell’organismo quando si vivono determinate emozioni in maniera prevalente, dato che il verificarsi di eccessiva attivazione del sistema simpatico conduce a una condizione di stress permanente che, alla lunga, sfocia in condizioni patologiche. Anche in questo senso, va detto che l’intelligenza emotiva, da cui dipende l’autocontrollo, è un fattore di protezione della salute.
Il sistema simpatico e il pensiero
Il sistema simpatico è parte del sistema nervoso autonomo, responsabile della regolazione delle azioni inconsce dell’organismo. La sua azione è legata all’attivazione inconscia in situazioni di emergenza. Cioè, se abbiamo pensieri negativi, creiamo un stato di allarme nell’organismo in maniera del tutto inconsapevole. Quando il sistema simpatico si attiva, perché proviamo rabbia, paura o tristezza prolungate, pressione sanguigna e frequenza cardiaca aumentano, le arteriole della pelle e dell’intestino si contraggono, quelle del muscolo-scheletrico si dilatano, si dilatano le pupille, si manifestano piloerezione e sudorazione, i sistemi immunitario e digerente si bloccano.
In questa fase, è impossibile apprendere, comprendere, studiare, ricordare, fare sesso, divertirsi, essere creativi, ecc..
Poiché i pensieri, in condizione di cosiddetta normalità, dipendono da noi, abbiamo volontariamente la possibilità di cambiare modalità e disporci in quella creativa. Se i pensieri spiacevoli, di preoccupazione, sono prevalenti diventano abitudini, cioè reti neurali strutturate, composte da un gran numero di neuroni stabilmente connessi tra loro a seguito della ripetizione in loop dello stesso comportamento. Per fortuna, anche le abitudini di pensiero possono essere modificate, se sappiamo come farlo. Diversamente, ci sono percorsi di crescita personale ad hoc per ritrovare la modalità creativa.
La modalità creativa
Per contro, l’attivazione del sistema parasimpatico pone l’organismo in modalità creativa, caratterizzata da eustress (la Psicologia Positiva chiama così lo stress positivo o stato di flusso o flow), condizione di rilassamento in cui la persona riesce facilmente a dormire, ricordare, essere creativa e il sistema immunitario funziona a regime. Ecco quello che accade quando siamo in modalità creativa.
- L’autodialogo è al positivo e i pensieri sono costruttivi.
- A livello biologico, il sistema simpatico e il parasimpatico (attivazione dell’amigdala che sintetizza sostanze associate alla modalità creativa) sono in equilibrio (il predominio del parasimpatico produrrebbe un eccessivo rilassamento che rende impossibili le alte performance).
- L’organismo è in stato di benessere (in stato di flusso, dove riesce tutto facile con il minimo sforzo), caratterizzato da quiete (respiro lento, scarsa sudorazione, voce ferma, battito cardiaco controllato, muscoli del viso rilassati, sorriso e piena efficienza della memoria, della creatività e delle capacità di pensiero) che dispone tutte le risorse del corpo a dare il massimo.
- Le abitudini di pensiero, a questo livello, vengono modificate in favore di pensieri positivi (come concentrarsi su quello che funziona e che va bene).
- Si verifica sincronizzazione tra la persona e l’ambiente.
- Arrivano le soluzioni creative.
La modalità creativa è, dunque, merito dell’autodialogo positivo che produce emozioni piacevoli. Ed è espressione di elevati livelli di intelligenza emotiva.
Il sistema parasimpatico
Il sistema parasimpatico rappresenta la naturale risposta dell’organismo in condizione di assenza di pericoli e stress e in condizione di riposo e calma. La sua azione determina rilassamento muscolare ed emotivo ed è complementare all’azione del sistema simpatico, ovvero tende al riequilibrio dell’organismo, al ripristino dell’omeostasi.
La sua azione di controbilanciare lo stato di allarme ha l’obiettivo di far risparmiare energia all’organismo. Regola e attiva, infatti, il sistema digestivo, immunitario, sessuale, il sonno, la creatività, la memoria, l’intelligenza e permette di dormire, riposare, essere creativi, rilassarsi, ridere, concentrarsi, apprendere, ecc..
In tale situazione di equilibrio, le emozioni attivano la modalità creativa. Ma che cosa sono le emozioni e come è possibile che abbiano un ruolo così determinante per il benessere dell’organismo?
Le emozioni sono brevi
Le emozioni sono eventi interni all’organismo che informano di talune variazioni, provenienti dall’interno o dall’esterno, ma che hanno un effetto su esso. In presenza di uno stimolo, infatti, l’amigdala (responsabile della produzione delle emozioni), situata al centro del cervello intermedio, produce sostanze che a loro volta stimolano altri centri che producono delle sostanze chimiche specifiche, chiamate neuro-peptidi, che costituiscono il vero e proprio cocktail di tutte le emozioni.
Ecco: le emozioni sono cocktail di ormoni che, una volta finiti nel flusso sanguigno, provocano il correlato fisico dell’emozione: palpitazioni, sudorazione, tensione muscolare ecc..Ogni emozione, netta o sfumata, pertanto, è data dalle differenti combinazioni ormonali che, per questo motivo, si traducono in emozioni uniche e tutte differenti tra loro. Così, ad esempio:
- la dopamina è associata al piacere e alla ricompensa,
- la serotonina è considerata l’ormone della felicità e del benessere,
- la melatonina è associata al sonno,
- le endorfine sono associate a funzioni antidolorifiche,
- l’adrenalina che, sebbene sia un ormone diverso, ha funzioni diverse a seconda delle proporzioni in cui viene secreto.
I cocktail ormonali che generano emozioni spiacevoli attivano la modalità difensiva dell’organismo, mentre quelli che generano emozioni positive attivano la modalità creativa. L’intero processo di formazione di un’emozione dura pochissimo: circa novanta secondi in tutto. Un minuto e mezzo, dunque, è il tempo necessario affinché ogni sostanza venga metabolizzata o riassorbita dall’organismo. Dopo questo lasso di tempo, la sostanza scompare insieme con tutti i suoi effetti.
Il circuito psicobioemotivo
Come accade, allora, pur data la brevità dell’emozione, di provare rabbia, paura o di essere tristi o depressi per giorni, settimane, mesi o addirittura anni (e di mantenere in attivazione il sistema simpatico e la relativa modalità difensiva così a lungo)? La risposta è nella qualità dei pensieri che sono associati alle emozioni. Ovvero, dipende da idee ricorrenti che permettono a quelle emozioni di rinnovarsi. Se, pertanto, siamo arrabbiati e siamo intossicati dal cocktail chimico che si propaga nel nostro sangue, serve a poco sapere che l’emozione durerà solo novanta secondi, se continueremo a nutrire la nostra mente con un pensiero che rinnova quell’emozione.
E così vale per tutte le altre emozioni spiacevoli (paura, tristezza, vergogna, disgusto, disprezzo ecc.). In una condizione del genere, le nostre performance ne risentono pesantemente, perché il nostro organismo si blocca e non risponde. La soluzione è imparare a modificare i pensieri.
Dato che le emozioni che proviamo dipendono anche dalla qualità dei pensieri, modificare, infatti, le abitudini di pensiero può aiutarci a spostarci da una modalità difensiva a una creativa, perché grazie all’autodialogo positivo si riattiva il sistema parasimpatico che si colloca in equilibrio con il sistema simpatico. Lucas Malaisi definisce questo complesso sistema di influenze incrociate tra pensieri, emozioni e correlati biologici circuito psicobioemotivo e lo considera responsabile dell’efficacia (in modalità creativa) o dell’inefficacia (in modalità difensiva) delle nostre azioni.
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