Siamo il risultato di ciò che abbiamo ereditato dai nostri genitori, e che è scritto nel nostro codice genetico, ma anche della cultura a cui apparteniamo, dell’educazione che abbiamo ricevuto, delle esperienze della nostra vita. Siamo, però, anche il risultato di ogni respiro, dei sentimenti provati, delle emozioni esperite e di quelle represse, del contatto avuto con gli altri, della fiducia, di ogni singola parola… nostra ma anche e soprattutto dei nostri genitori e addirittura dei loro genitori ancora. È tutto scritto nel nostro DNA.
L’epigenetica
Quello che però non sapevamo fino a ieri (e che la scienza ora dimostra) è che dialogare con la nostra storia, incisa nel codice genetico, non è solo possibile ma può perfino modificarlo. Questa è l’epigenetica, una branca della biologia che divide le opinioni degli scienziati, buona parte dei quali ancorati all’idea che il DNA sia la nostra carta d’identità biologica e immodificabile.
La rivoluzione scientifica e di pensiero che, invece, oggi si viene delineando sulla scorta dell’epigenetica conferma che, nel nostro essere umani, le emozioni, le relazioni e la biografia hanno un peso maggiore di quanto non si possa immaginare.
Oggetto di questo nuovo campo di indagine è l’idea, semplice ma anche controversa, che i geni posseggano una loro “memoria”. E che la vita dei nostri nonni prima e dei nostri genitori dopo, ciò di cui si sono nutriti, l’educazione emotiva e sentimentale che hanno ricevuto, le relazioni che hanno intrattenuto, perfino l’aria che hanno respirato e le loro esperienze sensoriali hanno lasciato traccia nella nostra storia personale e possono influenzare
- i nostri comportamenti,
- le nostre scelte,
- i nostri affetti.
E che altrettanto accadrà per noi con i nostri figli e con i nostri nipoti, anche senza che vi sia nessuna condivisione diretta di esperienze.
Emozioni e pensieri
Allora, l’opinione convenzionalmente accettata secondo cui il DNA (che trasporta solo le informazioni genetiche ereditabili, al netto di altre informazioni, come i comportamenti e le emozioni che, al contrario, non sarebbero trasmissibili) è di lentissima evoluzione e, come tale, a noi giunge fisso e immodificabile, alla luce delle scoperte dell’epigenetica, deve essere aggiornata. Ecco come si cambia paradigma, in favore dell’idea di un DNA “sovrascrivibile” per effetto delle informazioni provenienti dall’ambiente.
Emozioni e pensieri diventano, così, interruttori capaci di attivare o disattivare i geni e di modificare, ad esempio, le stazioni al cui livello un soggetto abbia ereditato difficoltà affettive.
Se, quindi, l’ambiente può modificare il DNA (per effetto di RNA minori, i messaggeri biologici, che percorrono la strada inversa rispetto a quella conosciuta),
- le emozioni,
- il respiro,
- le relazioni,
- le conoscenze,
- le esperienze
di cui ci nutriamo (e che sono la nostra autobiografia) sono le nuove variabili dell’espressione genica che agiscono sulla rete di reti neurali (il connettoma) che definiscono la nostra identità.
Il connettoma
Il connettoma, peraltro, non è solo quello dell’individuo ma anche quello della comunità, di un collettivo, che si scambia informazioni sulla base di interconnessioni tra organismi e memorie collettive.
Pensiamo, allora, a che effetto abbia per l’individuo e per la collettività un sincero e autentico dialogo interiore, basato sulla consapevolezza della storia personale, per perdonarsi, smettere di colpevolizzarsi, restituire a se stessi conforto e la meritata fiducia. Dialogare con l’autobiografia personale vuol dire fare pace con le zone in ombra, con le parti negate e nascoste della personalità da cui si fugge e i cui effetti, se è vero che il futuro è figlio del presente (come il presente lo è del passato), sono osservabili su di noi e sui nostri discendenti.
Dialogare con l’autobiografia, dunque, può aiutare a riscrivere il DNA al livello dei deficit ereditati geneticamente. Basta scegliere il modo migliore per farlo, come una fiaba.
Epigenetica e apprendimento
L’apprendimento, in questo senso, deve agevolare il dialogo interiore, affinché esso possa essere condiviso con la storia personale di chi lo riceve e portare alla trasformazione. Quanto tutto ciò sia straordinariamente importante per la crescita personale dell’individuo come persona oggi lo spiega l’epigenetica, i cui studi sono in procinto di portare alla conclusione e dimostrare che “modellare un apprendimento” sulla storia personale agevola un dialogo interiore che può perfino modificare una struttura finora ritenuta rigida e immodificabile come il DNA.
In che modo accade? Decodificare le informazioni attraverso i sensi, astrarne di nuove e “aggregarle” alla storia personale, attraverso
- le emozioni provate,
- il personale sentire risvegliato,
- la qualità della relazione,
- il “tocco”, reale o simbolico,
- lo sguardo accogliente,
- i sorrisi e
- il suono delle parole,
possiede un potere trasformativo sulla persona di cui oggi la maggior parte dei formatori e degli educatori ignora gli effetti. Per questo a scuola ci si ostina a far lezione nel solito, inefficace modo di parlare improvvisando.
Una nuova idea di DNA
Ma tutte le esperienze che coinvolgono possono modificare il nostro DNA. Mettere, invece, chi impara nella condizione di applicare alla propria storia personale ciò che viene trasmesso attraverso l’esperienza sensibile corrisponde, lo dimostrano le neuroscienze, alle esperienze di contatto che è diffuso nella mano e in tutto il resto del corpo. E che, in una parola, definiscono l’autobiografia (a partire dalla storia delle nostre relazioni dall’infanzia e, addirittura, dalla gestazione) che va accompagnata alle carezze della fiducia e delle emozioni esperite.
In parole semplici (che l’epigenetica spiega con la presenza di RNA minori che la madre trasmette al bambino durante la gestazione, come ve ne sono anche negli spermatozoi che trasferiscono le informazioni genetiche che determinano la personalità), il fattore epigenetico fondamentale non è la logica come noi la intendiamo ma le emozioni che strutturano le reti di reti neurali del nostro cervello (il connettoma).
Per questo l’epigenetica è il fondamento scientifico che nobilita e sostiene, oltre le evidenze pratiche, l’intuizione metodologica che chiamo Metodo Autobiografico Creativo per sviluppare la competenza chiave per la vita dell’intelligenza emotiva:
- condividere (prima con sé la storia personale, nel “barile delle mele”, e poi se stessi con gli altri) per
- trasformarsi e aiutare la trasformazione (che è crescita, evoluzione, autonomia).
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