Un’istruzione biologica si ispira alla natura. Soprattutto, si fonda sul semplice concetto che ogni studente venga valorizzato in ciò che avverte più confacente e vicino alle proprie inclinazioni e ai personali talenti. Se, infatti, vogliamo ammettere che risponde a un’idea superata e fin troppo ingenua che la scuola debba fornire un’istruzione che sia sganciata dai suoi risvolti economici, vuol dire che è finalmente ora di pensare all’istruzione personalizzata. Quella grazie alla quale ogni studente troverà la propria strada. E che è l’indicatore del successo dell’ascensore sociale, che un tempo essa rappresentava, sia nel livello di benessere dell’economia di un Paese.
Principi dell’istruzione biologica
Uno dei modelli più efficaci a cui dovrebbero uniformarsi le scuole di tutto il mondo, già preso come esempio dalle scuole che oggi sono considerate le migliori del globo, è quello dell’istruzione biologica.
Il termine, utilizzato da Ken Robinson nel suo “Scuola creativa”, si riferisce agli aspetti principali che una buona scuola dovrebbe sviluppare per funzionare esattamente come funzionano i processi di evoluzione naturale.
Un’istruzione biologica, dunque, deve fare particolarmente attenzione ai quattro aspetti fondamentali di
- benessere,
- ecologia,
- equità e
- cura
Vediamoli in breve.
Il benessere
L’istruzione biologica, infatti, ha il compito di promuovere lo sviluppo e il benessere dello studente a tutto tondo, sia sul piano intellettivo ma anche su quello spirituale. Ovvero, sia sul piano fisico che su quello sociale.
E’ quello che accade?
L’ecologia
La stessa istruzione riconosce l’interdipendenza tra tutti gli aspetti dello sviluppo (in questo consiste l’ecologia), tanto a livello individuale che a livello comunitario.
Quanto spazio viene destinato oggi dalla scuola alla cultura dell’inserimento del singolo nella società e allo sviluppo delle sue competenze umane perché questo avvenga?
L’equità
In relazione all’aspetto dell’equità, occorre aggiungere che un’istruzione può essere definita biologica quando coltiva i talenti e le potenzialità individuali di tutti gli studenti,
- indipendentemente dalle circostanze di vita e
- nel rispetto del ruolo e
- della responsabilità di coloro i quali lavorano al fianco degli stessi ragazzi.
Appare equa, in questo senso, la scuola nei confronti di studenti e insegnanti?
La cura
Infine, un’istruzione biologica è quella che sa prendersi cura degli studenti e che crea le condizioni ottimali per la loro crescita, basata sulla
- comprensione,
- sull’esperienza e
- sul sapere pratico.
Tre tabù per la scuola di oggi, troppo teorica, generica e inefficace.
In definitiva, va detto, i principi esposti sembrano scontati ma non lo sono. Infatti, se tutte le scuole avessero applicato fin dall’inizio queste indicazioni, la rivoluzione dell’istruzione sarebbe già a buon punto.
Nei “no” ai quesiti posti e nelle evidenze risiede una buona parte dell’insuccesso dei giovani nel mondo del lavoro, degli elevati tassi di disoccupazione nel nostro Paese e delle persistenti crisi economiche che si succedono in maniera preoccupante.
Com’è possibile, in definitiva, che un’istruzione così inefficace realizzi i suoi scopi fondamentali? Primo tra tutti, quello economico.
Il fine economico
La convinzione preconcetta secondo la quale non esista un collegamento tra la scuola e l’economia è un falso storico, ormai smontato dalle evidenze. Gli Stati, infatti, investono in istruzione poiché sanno bene che un’economia prosperosa è strettamente collegata con il livello e la qualità dell’istruzione dei cittadini. Occorre, tuttavia, chiedersi se, alla luce della trasformazione del mercato del lavoro che porterà entro 15 anni alla nascita di nuove professioni e alla scomparsa di altre, i giovani siano preparati ad esprimere le cosiddette competenze del XXI secolo.
Si tratta di competenze come la capacità di
- collaborare,
- risolvere problemi complessi,
- flessibilità,
- adattabilità,
- leadership,
- capacità di intraprendere iniziative autonome e autodeterminarsi,
- responsabilità,
- conoscenze e competenze civiche.
Le life skill
Si tratta, come appare chiaro, di competenze che esistono da sempre ma che diventano ancora più importanti oggi ma che restano ancorate alla grande varietà di talenti e di interessi personali che la scuola fa grande fatica a valorizzare. Di queste abilità di vita oggi inizia a vedersi traccia nella didattica per competenze, voluta dalla comunità europea con direttiva 23 maggio 2018.
Quello che, dunque, appare chiaro è che l’idea che l’istruzione sia solo fine a se stessa o a maturare unicamente conoscenze è fin troppo ingenua per non essere collocata nel panorama più ampio di un presente che fa presto a diventare un grigio futuro.
- Non è allora forse vero che l’unica conclusione possibile è che l’istruzione debba cambiare?
- E che debba offrire a tutti pari opportunità di diventare responsabili e indipendenti sul piano economico?
Dall’istruzione e dalla sua buona qualità dipende il futuro del mondo. Ma c’è bisogno di lavorare tutti nella stessa direzione. Spesso (non sempre), però, mi imbatto in insegnanti demotivati. E’ in quel preciso momento che mi chiedo come sia possibile che la scuola non creda più in se stessa.
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