Che le cose nella società vadano a rotoli non lo scopriamo oggi. Che il rimedio sia solo un approccio umanistico all’insieme delle catastrofi contemporanee, forse, inizia a diventare un fatto notorio. Cioè, le cose possono davvero cambiare, se tutti lo desideriamo davvero. Occorre iniziare fin dall’educazione dei bambini. E bisogna farlo subito, ad ogni costo, perché non c’è più tempo. Non lo diranno mai nei Tg, non lo leggerete nei giornali ma la verità amara è che ci stiamo estinguendo. Ve lo immaginate che panico si scatenerebbe nel mondo se si diffondesse una notizia del genere?
Educazione e rispetto
- Lo scioglimento dei ghiacciai,
- l’innalzamento del livello delle acque che iniziano ad inghiottire le coste della Francia,
- l’innalzamento delle temperature,
- la tropicalizzazione del clima in occidente che prelude alla desertificazione,
- l’inquinamento dei mari,
- l’esaurimento delle risorse del pianeta che ogni anno anticipa di mesi (l’Overshoot Day nel 2018 era in ottobre; nel 2019 è stato il 29 Luglio),
- la violenza contro i bambini (Bibbiano, gli omicidi efferati dei neonati, gli abbandoni dei piccoli nei cassonetti o nelle campagne),
- la crisi economica che attanaglia tutti indistintamente,
- i genitori che dimenticano i figli nelle auto al sole,
- adolescenti che umiliano gli insegnanti e stuprano gli anziani…
hanno tutti una matrice in comune: mancanza di rispetto, crisi dei valori e crollo delle relazioni.
Per questo l’effetto leva è a scuola. È in famiglia e a scuola che si forma il rispetto, che deve essere prima per noi stessi perché diventi rispetto per gli altri e per l’ambiente.
Ma senza educazione emotiva, come si fa ad insegnare i valori su cui poggia il rispetto? Mentre dicevo questo in occasione di una delle mie ultime conferenze sul tema dell’Intelligenza Emotiva a scuola, una maestra eccepiva: “Impossibile, finché abbiamo contro le famiglie”.
Sogno di cambiare il mondo
Io, però, ho un sogno, quello di cambiare il mondo. E intendo coinvolgere insegnanti e intere scuole in questo sogno. Serve l’aiuto di tutti coloro i quali credano nell’esistenza di un Effetto Butterfly, il piccolo battito di ali della farfalla che scatena un uragano dall’altra parte del globo, perché di persone che hanno issato bandiera bianca ai loro stessi alibi è già pieno l’universo.
Ho cinquantadue anni e una figlia di quattro anni e sono terrorizzato all’idea del mondo che le lascerò. Se mi andrà bene di vivere altri trent’anni, quando Maria Lucia ne avrà trentaquattro (età alla quale, oggi, le persone sono, di fatto, evolutivamente appena fuori dall’adolescenza, dato che
- la maturità,
- l’autonomia e
- l’indipendenza
tardano ad arrivare) si troverà a fare i conti con lo scempio di secoli di scellerata umanità che è rimasta a guardare impietrita. Senza muovere un dito, se non per cambiare canale con il telecomando, quando la tv passa gli interventi di Greta all’ONU. Ci sarebbe tanto da dire su questo: credo anch’io che ci sia una manipolazione ma è indubbio che la giovane svedese dica il vero.
Siete d’accordo, cari lettori? Perché, se siete d’accordo, mi aspetto che aderiate al sogno di salvarci, di salvare i nostri figli e le generazioni future. Perché le cose possono essere cambiate, quando arriva la distruzione.
E peggio di così davvero le cose non possono andare.
Abbiamo un problema
Insomma: abbiamo un problema, come genitori, membri di una collettività, educatori, uomini e donne. Le prove tecniche per risolverlo sono fallite. Serve, intendiamoci, la competenza tecnica. Ma da sola non basta più. I futuri economisti, medici, avvocati, commercialisti, insegnanti avranno formazione in intelligenza emotiva e, di conseguenza, un approccio umanistico, sistemico, alla professione e ai problemi collegati. Saranno loro a cambiare il mondo, solo che a quest’ora sono in classe. Per questo quel cambiamento dipende da chi plasma le giovani menti. Cioè, da ognuno di noi.
A questo punto non resta che essere e educare, per prima cosa, persone migliori, se vogliamo davvero fare qualcosa. Nel mondo si sono già avvicendati, in fondo, tutti i Governi, i Ministri dell’Economia e dell’Ambiente possibili.
- Con quali risultati?
- Chi stiamo aspettando?
Se non ci aiutiamo da soli, nessuno lo farà. Se non ci rieduchiamo per recuperare quella strada che abbiamo perso negli ultimi decenni, il futuro è solo una bomba a orologeria.
Diventare persone migliori
E pazienza se dovremo affrontare degli ostacoli. L’obiettivo più alto di essere uomini migliori ci ripagherà. Ma bisogna avere un “sogno in comune” per cambiare le cose, perché sta passando troppo tempo ad aspettare che altri lo facciano per noi. Perché la gente vuole cambiare le cose ma non ha idea da dove iniziare, oppure pensa che sia impossibile arrivarci da soli.
Vero.
Io dico che insieme si può fare. Iniziamo dall’educazione a scuola, torniamo ad insegnare le emozioni e i valori.
Vedrete che gli altri ci verranno dietro.
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