Tanti giochi in uno. Tante esperienze sensoriali: si disegna, si nasconde, si compone, si scompone, si prende, si lancia, si lascia, si striscia, si tira a indovinare le forme. Chi cerca la luce, chi il contatto, chi arricchisce il tavolo con altri oggetti nella farina di mais. I personaggi si muovono e interagiscono con lo spazio, con la luce, i colori e la materia. L’importante è divertirsi, stupirsi ed esplorare. Compare la comunicazione, il dialogo, l’interazione. Emergono e si strutturano, passo dopo passo, il carattere, la personalità, le motivazioni, gli interessi, la creatività. I bambini conoscono centinaia di possibilità che li aiutano a crescere in armonia. Ancora un contributo di Serena Baretti, ottima arteterapeuta in formazione con Artedo che ospito sul mio sito. Vi lascio alle sue parole (a ad ogni altro approfondimento ai link tematici contenuti nell’articolo).
Giochi con i più piccoli
Con i bambini più piccoli del nido giochiamo con i colori e le trasparenze della velina. Creiamo insieme personaggi e li facciamo muovere sul tavolo luminoso. Creiamo storie, lasciandoli interagire. Giochiamo e scopriamo nuovi colori, sovrapponendo le forme create con i colori primari per dar vita ai colori secondari. I bambini imparano, attraverso gioco e divertimento, cromaticità e trasparenza. I colori si confondono con la luce e diventano magici. Si sovrappongono: compare un arancione, un viola, un verde. Colori vivi e luminosi. Ma chi li ha creati?
Nel qui ed ora del laboratorio, il bambino mostra il suo carattere e la sua modalità personale di relazione con il gruppo. Per alcuni di loro serve contenere l’esuberanza. Per altri, stimolare di più l’interazione e la curiosità.
Al termine, attacchiamo con del nastro adesivo trasparente le veline con i personaggi che la conduttrice e le maestre creano per loro. Sono tutti coinvolti, incantati, immersi nel gioco. Il gioco diventa una storia che resta esposta sul vetro della finestra della classe (o usando un proiettore e un lenzuolo bianco).
Il prodotto, nato dall’esperienza tattile stimolata visivamente, diventa il simbolo dell’esperienza vissuta.
Con i più grandi
Metto una musica in sottofondo. La consegna è costruire mondi a seconda dello stimolo di luce abbinato al suono. Arriva il verde e la musica è fatta dei suoni della foresta. Tutti creano disegnando nella farina. Ecco lo scenario, l’habitat.
Poi i bimbi prendono i loro giochi: uno o più animali che si collocano in questo spazio, creato con i solchi di luce, che chiamiamo foresta.
Giocando a far interagire i personaggi, i bimbi si accorgono che lasciano impronte nella farina di luce. Alcuni vengono posizionati nei solchi che diventano strade, anch’esse luminose. Poi diventano ponti, mondi sempre nuovi e la creatività prende il volo sulle ali della fantasia. Ecco che la luce sul tavolo luminoso diventa blu: compaiono i suoni d’acqua.
“Che cosa fanno gli animali ora?” , domando.
“Nuotano!!!” E le dita creano le onde.
C’è anche una cascata. Un bimbo dice: “Il mio dinosauro fa la doccia!!!”. Gli altri si incuriosiscono (non hanno mai visto un dinosauro fare una doccia!) e gli si avvicinano. Interagiscono così. I bimbi dialogano tra loro attraverso il movimento degli animali. Una bimba finge di dar da mangiare al dinosauro del suo compagno: la farina in quel momento diventa cibo. Poi arriva la pioggia e la stessa bimba ne ascolta il rumore, prende nuovamente la farina e la fa scivolare tra le dita: quella per lei è la pioggia che finisce sugli animali, in modo delicato e leggero.
Il gioco non finisce mai
Il tavolo si spegne. È l’ora del riposo. I personaggi vanno a dormire fino a quando non arriva la luce arancione. È l’alba. C’è il sole. Il fuoco brucia e il tavolo diventa rosso! “Ma è lava!”, esclama l’educatrice. “Via, via… è pericoloso stare qui.” Gli animali si dileguano.
Ma poi torna il blu: l’amica acqua spegne il fuoco e tutto ricomincia. Ogni colore della luce attiva un momento del gioco in un habitat diverso che trasforma le storie e stimola la creatività e la socializzazione.
Il bimbo apprende il cambiamento e l’alternanza dei cicli. Storie diverse a ritmi diversi (notte-giorno, spento-acceso, silenzio-rumore) incalzano generando stupore. I bimbi si riconoscono attraverso la creazione di racconti luminosi con i compagni, in comunione. Con le prossime avventure di fantasia rispetteranno, sempre meglio, regole e consegne.
Conclusioni
Quelle che ho descritto, ad uso di insegnanti, educatori e facilitatori di gruppi nelle scuole materne, sono attività che stimolano le emozioni e la creatività a scopo pedagogico. Il metodo è tratto dalle arti terapie. È attraverso di esse che i bambini, con l’ausilio del mezzo tecnico specifico che sfrutta lo stimolo della luce e della materia (la sand art, in questo caso), sperimentano l’attesa, l’attenzione e la scoperta che sostengono la sua crescita armonica.
I miei bambini meritano l’applauso di chiusura: “Ci si vede alla prossima magica avventura!”
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