Anche la felicità e la libertà hanno un prezzo: il rischio. Vivere nella mediocrità dà solo l'illusione di essere al sicuro, al riparo dai pericoli e dalle incertezze. Insomma, non è sempre vero che chi si accontenta gode. Anzi, al contrario, in taluni casi, chi si accontenta non gode affatto. Occorre, piuttosto, avere il coraggio delle scelte, anche quando esse comportano il dover patire lo scotto della sensazione del vuoto sotto i piedi. Lo racconta molto bene questa fiaba, scritta da Antonella, che me ne ha fatto dono alcuni anni fa, nel corso di un mio laboratorio sul Metodo Autobiografico Creativo. Continua a leggere
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Quando e perché ci preoccupa il giudizio degli altri?
Quando il giudizio degli altri ci preoccupa? Provo a spiegare in questo articolo quello che solitamente accade nella nostra società che non riesce a sospendere il giudizio, che, viceversa, è sempre vigile e, da molti di vista, regola i comportamenti. Una società schiacciata dal peso del giudizio esterno è necessariamente una società malata, perché sofferenti sono i modelli di relazione che può offrire. Chi dipende dal giudizio altrui, d’altro canto, ha e avrà sempre relazioni sofferenti. Ma, per non subire il giudizio esterno, occorre rinunciare a giudicare. Sempre che ne siamo capaci. Continua a leggere
Elogio del silenzio: dalla parola parlata alla parola taciuta
Il silenzio ha molti modi per esprimersi, poiché esso contiene in sé tracce di mistero e di oscurità. È affascinante, così, scoprire che le parole che aiutano a vivere nascono da quel silenzio e muoiono nello stesso silenzio, in una circolarità che non ha fine. Sono molti i modi attraverso cui il silenzio e la parola si intrecciano: c'è il silenzio dell'attesa degli amanti, c'è il silenzio che non richiede le parole, c'è il silenzio che, invece, le rende vive e palpitanti. C'è, poi, un silenzio che si sostituisce completamente alla parola nel parlare di dolore, di angoscia ma anche di gioia e di speranza. E poi c'è un silenzio oscuro, poco intellegibile, ambiguo, ambivalente nei suoi significati. Continua a leggere
Il punto in cui metti la virgola spiega la tua visione del mondo
Dove metti la virgola nella frase "Se l'uomo fosse sicuro del valore che ha la donna andrebbe a quattro zampe alla sua ricerca"? La frase, a cui in questa forma non è possibile attribuire un senso, è di Julio Cortàzar, scrittore argentino naturalizzato francese. Ed è senza virgola apposta. Sta al lettore scegliere dove metterla. Ma, una volta deciso dove inserirla, si ottiene un senso che è l'esatto opposto di quello che si ottiene spostandola. Vediamo.Continua a leggere
L’incontro con la fragilità e l’elogio della gentilezza
L'incontro con la fragilità ha mille forme. Ci si imbatte continuamente nella fragilità. Nelle corsie degli ospedali, nelle comunità, negli ambulatori medici. L'incontro con questa fragilità è segnato dalla paura. Chi è vulnerabile e fragile ha sempre paura, mentre attende di conoscere il proprio destino, perché sa che qualcosa si è rotta o può rompersi da un momento all'altro. Ma l'incontro con la fragilità è più comune di quanto non si immagini. Per strada, al mercato, nelle stazioni delle grandi città, persone in stato di bisogno reclamano il nostro aiuto, la nostra attenzione. Come si interagisce con questa condizione di precariertà che è sempre davanti ai nostri occhi e che, in fondo, ci trasforma? Ecco un passaggio della mia conferenza dal titolo Costruirsi persona - le parole che ci salvano. Continua a leggere
Non valutare il pesce da come si arrampica sugli alberi
In un video che è divenuto virale sul web, un noto attore porta sul banco degli imputati, davanti ad una giuria, la scuola e il sistema educativo per vederli condannare a risarcire gli ingenti danni inflitti alla popolazione studentesca e, per estensione, agli adulti di oggi. Il motivo? La scuola prepara al passato, invece che al futuro. E uniforma l'educazione, non meno di quanto uniformi le anime. Questo articolo è la trascrizione di una stupefacente arringa, arricchita, naturalmente, da un minimo di considerazioni personali. A beneficio di chi se lo fosse perso...Continua a leggere
La fragilità è il nostro destino
Il viaggio nei luoghi della fragilità ci porta ad indagare parole, silenzi, emozioni e sentimenti, intorno a cui edifichiamo le nostre esistenze. Il modo stesso in cui ci esprimiamo, infatti, spiega al mondo il confine del rispetto che possediamo verso l'altrui sensibilità, che troppo spesso è mortificata dalla prevaricazione e dalla sopraffazione in cui versano la gentilezza e la bellezza, quando affogano nell'indifferenza e dalla noncuranza. Non la bellezza esteriore, che è effimera e destinata a sfiorire. La bellezza di essere nel mondo, di arricchirlo con una sola parola o con un gesto garbato. Quello che abbiamo perduto, che non sappiamo più regalare, come abbiamo perduto la bellezza, quando, all'improvviso, ci siamo risvegliati sotto un cielo grigio di vite felici solo sui social network. E se è vero che la gentilezza salverà il mondo, beh... noi siamo qui ad attendere.Continua a leggere
Il dialogo genitori-insegnanti per una holding educativa di successo
Un estratto dall'ebook Emozioni e relazioni a Scuola di Ilaria Caracciolo (Ed. Circolo Virtuoso), ancora una volta ospite sul mio sito, pone l'accento sull'importanza della holding educativa, basata sul dialogo insegnanti-genitori per concordare le migliori strategie educative congiunte nell'interesse della crescita armonica dei ragazzi. Un ulteriore tassello a sostegno della tesi dell'urgenza dell'introduzione dell'ora curricolare d'intelligenza emotiva in classe, finalizzata al benessere dell'insegnante e all'apprendimento multisensoriale creativo degli studenti.Continua a leggere
Case study: l’arteterapia a scuola per motivare ad apprendere
G. ha 11 anni, frequenta la prima media di un Istituto Comprensivo di un piccolo paese della provincia tarantina. Il passaggio alla Scuola Media appare in un primo momento positivo. G. è bene integrato nel suo gruppo classe, formato per circa il 40 % da compagni che avevano condiviso con lui anche gli anni della Scuola Elementare. Dopo i primi colloqui (che i genitori riportano di aver percepito in maniera positiva) avviene un’inversione di rotta. G. comincia ad allontanarsi dal gruppo, anche dai suoi amici. Il suo rendimento scolastico cala, mentre i genitori non rilevano particolari cambiamenti sul piano emotivo e comportamentale del ragazzo a casa. Osservano che G. ha meno voglia di parlare della Scuola, ma imputano il fatto al passaggio evolutivo legato alla fase preadolescenziale. Basandosi sulla stessa convinzione, accettano senza troppe preoccupazioni un abbassamento del rendimento di G., che viene comunque valutato dagli insegnanti come sufficiente.Continua a leggere